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Sunday, 3 August 2014

This is the End.

Facciamola finita.
No, non dico a voi. E' il titolo di questo film del 2013, This is the end, tradotto per il pubblico italiano con Facciamola Finita.
La fine del mondo, l'Apocalisse coglie un gruppo di noti comici americani a casa del celebre attore-regista-produttore James Franco. Ognuno nella parte di se stesso.
Il film e' stato ben accolto negli Stati Uniti, mentre non ha avuto lo stesso successo in Italia.
Non e' difficile capirne il perche'. E' l'equivalente fantascientifico di un nostro cine-panetton , del classico film di Natale in versione apocalittica. Pensiamo a un film con Boldi-Villaggio-Greggio e non so chi altro, la fama che hanno in Italia, e a quanti incassi registrerebbero. Portiamoli in America, dove diventano perfetti sconosciuti, l'umorismo esagerato e pacchiano lascerebbe gli americani freddi e poco coinvolti.
Immagino valga lo stesso al contrario.

Questa settimana, pensavo di avere visto il peggio del cinema con The Expendables 2 - che ha avuto per me il suo momento clue con l'ingresso di Walker, Texas Ranger nell'azione. Invece e' arrivato, e solo due giorni dopo, This is the End, che nel replicare la formula del "mettiamo insieme un'accozzaglia di gente famosa" arriva allo stesso risultato: la perplessita', il distacco,  a tratti anche un certo senso di repulsione perche' tutto e' gratuito, dalle scene (pseudo)comiche a quelle horror. Il momento clue e' l'ingresso di Emma Watson, che non c'entra niente con il film e gli altri attori del gruppo.
Speriamo che almeno loro, gli attori, si siano divertiti.

Sunday, 10 February 2013

Django - Unchained




Proprio l'altra sera un'amica diceva che non capiva il successo dell'ultimo film di Quentin Tarantino, Django - unchained. Io che non lo avevo ancora visto le ho detto che semplicemente era l'ultimo film di Tarantino.

Ora che l'ho visto, so che non e' semplicemente cosi'. E' uno dei film nel migliore spirito di Tarantino, c'e' come sempre tutto cio' che lo rappresenta: sangue in schizzi e pozze, le sparatorie, scene comiche e una storia di fondo ai confini dell'incredibile o del surreale, tutta giocata nel sud degli Stati Uniti ai tempi della schiavitu'.
Ottima la scelta degli attori, da Jamie Foxx perfetto nei panni di un "nigger on a horse!" che presto diventa il nostro eroe, a Christoph Waltz cacciatore di taglie raffinato e signorile, a Samuel L Jackson, il vero cattivo, il vero meschino della storia, quello che odiamo fin dal primo momento perche' ha un cuore di negriero in un corpo di negro.
Tra gli spruzzi di sangue, le torture disumane e le frustate a go-go, la storia si dipana velocemente e senza battute d'arresto come una specie di favola in versione capanna dello zio Tom: il prode Django alla ricerca della sua principessa Broomhilda, prigioniera di Candieland.
C'e' molto spaghetti western, c'e' molta denuncia di un capitolo della storia d'America scomodo e forse non sufficientemente ricordato in tempi recenti, e c'e' una colonna sonora originale e perfetta che rende il film talmente piacevole da far dimenticare che la pellicola dura quasi 3 ore (165minuti).

Per farla breve, sono gia' alla seconda visione in due giorni. Thumbs up.

Wednesday, 19 September 2012

Le isole, il traffico e il sushi

In questi giorni a Pechino e' un po' come essere nell'ultimo film di Zhang Yimou, Flowers of War: un forte sentimento nazionalista anti-giapponese serpeggia per la citta'. Che poi il sentimento non sia reale, bensi' provocato dall'alto e' una considerazione quasi scontata. La zona intorno all'Ambasciata Giapponese e' cordonata e le vie sbarrate al traffico pubblico e privato; ci sono gruppi di picchettanti "tenuti a bada" dai poliziotti che pattugliano i punti nevralgici della citta'; gli elicotteri volano nei cieli pechinesi con l'inquietante suono delle loro pale metalliche, rendendo lo scenario urbano molto piu' vicino a Gotham City che non alla Nanchino dell'invasione giapponese.  Se non fosse che va avanti da giorni - e tutto per quelle che Wikipedia descrive come "five uninhabited islets and three barren rocks" - sarebbe, come al solito in questo paese, tragicocomico.
Anche il povero ristorantino giapponese sotto casa fa i conti con il nazionalismo imperante, e sopra alle insegne ha disposto bandiere rosse cinesi e scritte di chiara ispirazione nazionalista, un po' per imposizione e un po' anche per evitare guai, che non si sa mai.


Le scritte recitano due slogan: "Le isole Diaoyu sono cinesi!" e "La gente e' cinese, i cuori sono cinesi!' facendo chiaro riferimento alla nazionalita' dei gestori del ristorante, a beneficio della potenziale clientela. Mentre nulla si dice riguardo alla nazionalita' del pesce servito.
Il Seven-Eleven di fianco, per non essere da meno in termini di amor patrio, ha esposto sopra la porta d'ingresso una bandiera cinese.
Per il resto, la vita continua e per la gente normale il problema rimane ancora una volta il traffico, la cui situazione e' notevolmente aggravata dai blocchi stradali di cui sopra. 

Saturday, 1 September 2012

La Repubblica delle Polpette



L'Italia che non cambia.
Magari si tinge un po' piu' di rosa, e le banane diventano polpette, ma la storia della vigilessa che sta girando sul web in questi giorni ha tutto il sapore del bel film di L. Zampa del 1960, Il Vigile, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Film tratto da un episodio vero, di un vigile appunto troppo ligio al dovere e per questo pesantemente ripreso e colpito dal pugno di ferro dei suoi superiori.
Qui non c'e' nessun film - per ora - ma solo un episodio di vita vissuta che, se vero, dovrebbe fare riflettere  su questi tempi che cambiano, ma solo in superficie. Secondo le ricostruzioni dei giornali, una vigilessa in servizio la sera della Sagra della Polpetta non avrebbe consentito all'auto blu che aveva trasportato due signori De Mita (Ciriaco l'uno, Giuseppe l'altro) di parcheggiare in zona di divieto. E non avrebbe ceduto neppure davanti all'uomo alla guida del veicolo che si qualificava come "scorta" di De Mita. Di fronte alle rimostranze verbali arrivate all'orecchio del sindaco, la vigilessa avrebbe ricevuto una contestazione di addebito e la convocazione per un'audizione difensiva presso l'ufficio del sindaco stesso.
Ma questa Sagra della Polpetta, era un impegno ufficiale?
E se non lo era, come lascia immaginare il nome dell'evento, che ci facevano i due De Mita con auto blu e uomo di scorta? (In pratica, chi paga?)
E soprattutto: le polpette che si sono sicuramente mangiati, le hanno almeno pagate?
Chissa' che fine fara' la vigilessa delle polpette....




Monday, 6 August 2012

La Prima Linea

Ieri pomeriggio ho guardato un film italiano, abbastanza recente, intitolato La Prima Linea. La storia e' quella del gruppo armato Prima Linea, nato in Lombardia nel 1976, e in particolare della coppia Sergio e Susanna. Conosciutisi ed innamoratisi durante le riunioni e le azioni del gruppo, finiranno con lo sposarsi in carcere quando vi finiranno entrambi a causa della loro attivita' terroristica.
Il film puo' piacere o meno, ma certo quando si arriva alla fine e si legge che Sergio Segio e' stato liberato nel 2004 e ora si dedica ad attivita' di volontariato con Susanna - liberata prima di lui - viene voglia di saperne di piu'.  Wikipedia subito spiattella che Sergio e' un "ex terrorista e scrittore italiano". Alla voce sotto, le immagini, dove le due anime redente (Sergio e Susanna) ridono felici da dietro le sbarre del gabbiotto al processo. Ma che avranno avuto tanto da ridere? E soprattutto, come mai adesso lui e' addirittura "scrittore", un rappresentante degli intellettuali della nostra Italia, un rispettato e addirittura premiato membro della nostra societa'?
Se la giustizia ha deciso che i due (colpevoli fra le varie cose di omicidio) dovessero essere reintegrati nella societa' prima del tempo previsto, avra' avuto le sue buone ragioni. Ma c'e' re-integrazione e re-integrazione. Non c'e' bisogno di premiare persone del genere. Si sono pentite? Bene, ma continuino il loro pentimento in sordina. Non come due dei migliori prodotti della nostra societa'. Erich Priebke non puo' neppure andare al ristorante senza suscitare indignazione e polemiche, nessuno gli farebbe firmare articoli e libri, per quanto di certo qualcosa da raccontare ce lo avrebbe anche lui. Sergio e Susanna non sono piu' in prima linea: dovrebbero stare con umilta' dietro, in ultima fila, per non disturbare.
Perche' solo in Italia le azioni non hanno conseguenze?

Tuesday, 24 July 2012

Indovina la trama (2)

Un film cosi' brutto che il regista e' stato ucciso al termine delle riprese

Monday, 2 July 2012

Nuovo Cinema Paradiso

Mi rendo conto che sto vedendo i capolavori del cinema italiano in tarda eta'. Eppure ne sono felice, perche' li vedo con un occhio e una interpretazione che prima non avrei certo saputo dedicarvi. Ad esempio, se avessi visto Nuovo Cinema Paradiso nel 1989 chissa' che ci avrei capito. Chissa' se non avrei semplicemente pensato "Pero', che fico il protagonista giovane".
Intanto, diciamo pure - per togliere anche questo imbarazzo - che qualche lacrimuccia l'ho versata e su piu' scene. Ma deve essere stata "la coralita' dei sentimenti" del piccolo paese siciliano inventato da Tornatore a toccare piu' corde. Per chi non ha vissuto in un paesino italiano forse e' difficile capire che quelle figure che appaiono stereotipate (lo scemo del villaggio, il prete, il villan rifatto, la vedova...) in realta' ci sono, eccome. Cosi' come ci sono quei sentimenti di unita', perche' ci si conosce tutti e tutti sanno tutto di tutti o perche' c'e' davvero una vita di piazza (come la piazza su cui si affaccia il cinema del film) o perche' c'e' sempre qualcuno che dalla finestra vede e sa tutto. E cosi', proprio come nel film la gente del posto si appassiona ai film proiettati - piange, ride, si commuove, applaude - cosi' lo spettatore di Nuovo Cinema Paradiso vorrebbe applaudire, si commuove, ride, piange. E' questo il suo punto di forza principale.
Del film esistono due versioni: una per il mercato italiano e una per il mercato internazionale. Io ho visto la prima, integrale, e credo che il successo internazionale del film sia stato salvato da quel provvidenziale taglio: 20 minuti di totale irrealta', in cui il protagonista adulto rivive per attimi l'incontro con quella che e' stata il suo primo amore. L'incontro, oltre ad essere ai confini del possibile, e' quasi inutile nell'economia della storia narrata. E' l'unica vera pecca di un film altrimenti perfetto.

Wednesday, 13 June 2012

Indovina la trama



Come ogni anno, in Italia, centinaia di donne si rimboccano maniche e calzoni (ma anche le gonne volendo) e vanno a fare le mondine; il film quindi ruota intorno a un centinaio di queste mondine, racchiuse in una specie di harem primitivo dove trascorreranno qualche giorno insieme. E qui si scatena un eroticismo che il regista nega di avere voluto o cercato: le donne vivono negli spazi comuni con succinte sottovesti, spulciandosi a vicenda, accarezzandosi o scosciandosi a seconda del momento; gli uomini allupati prendono d'assalto le mura che circondano la corte/harem in una costante ricerca della femmina. Molto primitivo. Se cio' non bastasse, fuori dalle mura dell'harem non ci sono solo le scene delle mondine chine nei campi a lavorare, ma il regista ci regala uno dei primi esempi di lotta nel fango tutta al femminile (e che ve lo dico a fare). E' poi quasi inspiegabile, se non vi si applica un certo gusto quasi hard, la scena in cui il cattivo colpisce con un sottile ramo, a mo' di frusta, l'indifesa protagonista - che poi non si capisce se  questi colpi di frusta sono davvero male accetti...

Ebbene si', si tratta di Riso Amaro, che tutti conoscono come film di denuncia sociale e di sacrificio.


La denuncia sociale, pur presente, rimane in secondo piano rispetto all'erotismo che viene a perdersi solo sul finale, a partire dalla scena (magistrale) della sparatoria sullo sfondo della macelleria. E' del 1989 il film di Peter Greenaway "Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante" in cui il tema della violenza e dell'erotismo vengono ripresi, questa volta in una vera e propria fusione e non in giustapposizione, anche attraverso le scene di nudo girate in mezzo alle carcasse in decomposizione di bovini e suini. Nel vedere il finale della storia di Riso Amaro consumarsi fra le carcasse degli animali macellati, non ho potuto non chiedermi se Greenaway non abbia di fatto mai visto il film nostrano, prendendone spunti gia' piuttosto estremi per il 1949  e tirandoli come elastici quasi fino al punto di rottura.

Monday, 9 April 2012

Bambole assassine ed altri misteri pasquali

Non guardo molti film. Eppure ho una strana attrazione per film così detti trash, quelli che nessuno ammette di conoscere o guardare, e che invece io guardo, conosco e cito, forse anche con una punta di orgoglio.
Uno di questi (con tanto di sequel e pre-sequel) è Chuck: la Bambola Assassina. Storia di un orribile bambolo lentigginoso posseduto dal demonio che ama sgozzare le sue vittime e che in uno dei vari episodi cerca di inseminare chiunque gli passi sotto tiro per riprodursi. Ecco, mi sembra uno dei migliori riassunti che potrete trovare su questo film.
Bambola probabile assassina
Chuck mi è prepotentemente tornato in mente in questi giorni di festa perchè appena sono tornata in Italia una bambola dalle pericolose sembianze mi attendeva sulla sua seggiolina a dondolo, sopra al pianoforte. Una bambola vecchietta, dall'apparente aria innocente, il gomitolo di lana con tanto di ferri posati in grembo, l'occhio chiuso... L'incubo purtroppo ricorrente, dopo tutti i Chuck che mi sono sorbita, è che la bambola vecchietta possa aprire gli occhietti spiritati durante la notte e usare i ferri a mo' di arma per i suoi delitti.

Come se non bastasse, la domenica di Pasqua camminavo allegramente per  Borgonovo V.T. in direzione fiera. Lungo il cammino, conficcati davanti ad un edificio dall'aspetto religioso, non mi ritrovo una seria di bambole assassinate a mo' di rito voodoo?
Bambole assassinate

Borgonovo V.T.



Ho chiesto spiegazioni agli abitanti del luogo, ma la risposta è stata che sono lì da tempo per nessuna ragione nota.
Rogo?

E infine, come se le bambole di Chuckiana memoria non fossero abbastanza, stamattina nel cortile del Duomo di Fidenza (Pr), noto con sorpresa un circolo di croci e sedie in legno: preparano un rogo per le streghe? Di questi tempi?
Insomma, io forse non dovrei ne' guardare quei film e, se anche persevero, non dovrei dirlo troppo in giro. Ma la realtà supera la fantasia... anche quando si parla di bambole assassine.


                                                           



Tuesday, 20 March 2012

10 good reasons why we should love the movie The Rum Diary


1) While it has not been acclaimed by film critics at large, it has all the ingredients to become a cult movie
2) Johnny Depp is a genius
3) The female actress is perfect as a woman of the late 50s - early 60s: her colours, her make-up, her hair, her dresses
4) The message it sends is palatable: life is not making one's ideals and ambitions come true. It is about having ideals and ambitions
5) The main car is an old FIAT500
6) There is more than one very funny situation to make you laugh good-heartedly
7) The soundtrack is very well chosen
8) One can learn at least one good expression to curse someone who need cursing
9)  It's apparent that a woman is not yours until she says she is
10) El Monstruo is the best animal protagonist ever

Saturday, 17 March 2012

The Iron Lady


Ne parlano tutti bene, soprattutto dell'interpretazione di lei, Maryl Streep, che si e' cosi' guadagnata un Oscar come miglior attrice protagonista.
Tuttavia, fin dall'inizio, per quanto invogliata da tutto cio' che di positivo avevo sentito dire, mi sono sentita prendere da un mini-attacco di nausea. Si', perche' la mitica Signora Thatcher (oggi Baronessa, credo) e' ancora viva e mi e' subito apparso di cattivo gusto dipingerla in preda ad una demenza senile che la fa parlare costantemente con il fantasma del marito. Il film, cosi' impostato, sembra piu' una celebrazione di questo legame di amore che dura al di la' dei confini naturali della vita e della sanita' mentale. Un concetto bellissimo, ma non quello che ci si aspetta nel mettersi a guardare un film che si intitola The Iron Lady.
La Signora Thatcher e' ricordata dal pubblico in eta' per farlo come un personaggio fra i maggiori del suo secolo, per le scelte impopolari soprattutto, per i disordini sociali degli Anni Settanta, gli scioperi dei minatori,  per la guerra nelle Falklands e, non ultimo, per essere una delle pochissime donne al timone in un mondo prevalentemente maschile. Oggi ci sono le Merkel, le Clinton, le First Lady americane a volte perfino piu' in vista dei mariti. Margaret era praticamente sola, in un mondo di Reagan, Bush, Kohl, Mitterand, Gorbacev. Simpatie, ne riscuoteva poche. Cosi' ha ancora meno senso farla uscire da Downing Street n. 10 con il sottofondo della Casta Diva (quale che sia il rimando interno ad una precedente scena del film) e terminare il film con il Preludio di Bach, che a me fa venire in mente subito l'Ave Maria e quindi mi porta naturaliter a cadere dal divano pensando "E ora che c'entra questo con Margaret Thatcher??"




Saturday, 11 February 2012

Sabrina (1954)






I love black-and-white old movies, they have a flavour of their own, partly -  I guess - because the actors had to make up for less special effects coming to their rescue and ... colours.
The other night in one of my nostalgic dive into a past that is older than my own, I decided to watch - again - Sabrina in the original version of 1954. It's true, I can also do with the more recent remake, but the taste is not the same . It's like baking using ready-to-use powder as against fresh ingredients.
Sabrina played by Audrey Hepburn has all the grace and innocence that she was always able to put into her characters and her elegance in the Givenchy dresses she chose herself are something making any woman feel a bit like Cinderella reborn.
Of course, one wonders why Humphrey Bogart was given the part of Linus; he was the director's second choice after Cary Grant refused the part but I wonder if as a second choice they couldn't get someone a bit more ... good-looking. Not very handsome but something in between Cary and Humphrey.  But love is not about being good-looking and probably this movie is closer to reality than else. Humphrey is not a charmer, is goofy enough with women, stiff as stiff can get and he does look and sound as grumpy as they say he was on the set of the movie. In the end, after so much complaint from him, he thanked the director since the movie was one big hit and one of his best performances ever.
My favourite quote from Sabrina (1954) comes from the cooking school in Paris. An old student who came to school just to review is souffle' making ability, turns to Sabrina while she looks helpless to her souffle' which didn't change shape. He suggests next time she turns on the oven and asks if she is in love and unhappily so.
"How do you know?" she asks in surprise, thinking of David back home
"A woman happily in love, she burns the souffle'. But a woman unhappily in love, she forgets to turn on the oven."

Tuesday, 24 January 2012

Alfredo, Alfredo (1972)


Carla Gravina


Mi e' venuta voglia di vederlo sentendo un programma alla radio pochi giorni fa in cui il conduttore chiedeva ai radiospettatori di dire cosa c'e' di piu' odioso nel rapporto con il partner. Per lanciare il tema, citava una scena del film Alfredo, Alfredo: il protagonista (Dustin Hoffmann) fa un sogno premonitore, in cui la futura moglie (Stefania Sandrelli) lo chiama al telefono e gli chiede con voce mielosa come spesso nella realta' "dove sei? cosa fai?" e lui, in effetti seduto sulla tazza del cesso, risponde "Sono seduto sul cesso, sto facendo la cacca!"
Il film e' molto gradevole. Hoffmann fa la parte di un giovane sui trent'anni scapolo e un po' imbranato, che si innamora perdutamente di questa donna bellissima e un po' folle che, subito dopo il matrimonio, folle lo diventa totalmente, fino a far precipitare la situazione matrimoniale. Fino a quando non compare sulla scena una donna totalmente diversa, sorridente e indipendente, Carolina (Carla Gravina), che bacia in maniera talmente normale da essere speciale e che ha orgasmi contenuti che non svegliano l'intero vicinato.
Il film, del 1972, tocca quindi il tema del divorzio, in Italia novita' assoluta introdotta nel 1970. Il film e' chiaramente a favore - e lo spettatore, date le circostanze, non puo' che in questo caso essere d'accordo - anche se alla fine al matrimonio si torna. Va detto pero' che l' "indecisionismo" come credo di vita di Alfredo non suscita poi una simpatia piena e convinta nel principale personaggio maschile della sceneggiatura. In quanto a bellezza, la Gravina ha poco da invidiare alla Sandrelli. Donne diverse, ma dai volti bellissimi e con corpi statuari che fanno impallidire le protagoniste delle pagine web dedicate alla moda o al gossip di oggi.
Una commedia all'italiana di qualita', che si e' meritata il David di Donatello nel 1973 come miglior film.

Friday, 23 December 2011

Il marito della Bellucci



Vincent Cassel. Forse l'attore francese della generazione giovane piu' noto al grande pubblico.
Ma perche' gli fanno sempre fare parti tra il cattivo e lo scemo?
Penso alla sua interpretazione del folle e rozzo Duca d'Anjou in Elisabetta; al suo ruolo di depravato mentale in Eastern Promises; alla sua parte di rapinatore/violentatore in Derailed. E neppure nei vari Oceans's 12 o 13 suscita quella gran simpatia.
O forse sono io che lo becco sempre in queste parti antipatiche? O forse gli danno parti antipatiche perche' e francese?

Thursday, 22 December 2011

Flowers of War



E' il post. n. 100 quindi ho pensato che dovevo darmi tono e volume con un qualcosa di serio e magari non parlare di insetti e/o simili. Presto fatto.
Qualche sera fa sono stata al cinema, per vedere l'ultimo successo della star cinese , il noto regista Zhang Yimou. Dopo averci abituato a film epici come Hero, storie neorealiste come Non Uno Di Meno, e le storie al femminile con il viso forte di Gong Li sempre in primo piano, da Ju Dou a Lanterne Rosse, Zhang Yimou capitola e paga il suo tributo ideologico al suo paese e produce Flowers of War.
E' per certi versi film epico, e' in qualche modo neorealista, e' una storia al femminile, di sicuro. Ma e' soprattutto patriottico e propagandistico. Un film scritto e diretto quasi sotto dEttatura. Un film che fa piangere i cinesi e riaccende il (mai spento) odio per i Giapponesi, perche' basta suscitare un po' di antipatia per ravvivare una fiamma che nessuno ha interesse a spegnere. Un film che esalta l'eroismo dei cinesi ("anche se all'epoca l'esercito non aveva a disposizione armi all'avanguardia" dice la voce narrante, quasi un tributo a quel dispiego di forze militari che tutto il mondo pote' o dovette osservare non piu' di due anni fa in occasione dei 60 anni della Repubblica Popolare Cinese); che esalta le virtu' femminili delle cinesi; lo spirito di abnegazione e sacrificio del popolo tutto. Forse in tempo di guerra sara' (stato) anche cosi', difficile immaginarlo in un paese in cui la maggior parte della gente ti calpesterebbe per poter entrare primo su un autobus o in cui chi ha un pizzico  di piu' viene guardato con invidia e appena possibile "castigato" per quel po' di piu' da chi gli sta intorno. Ma atteniamoci al film.
Un film in cui il protagonista maschile occidentale (Christian Bale) fa la figura del coglione cominciando a redimersi solo verso la meta' del film. Beh, i Giapponesi non si redimono mai, diciamo che ci e' andata bene?
Scene di guerra montate e girate da vero maestro quale e' il regista Zhang. Bravo il cast (escludendo Bale, che forse aveva bisogno di soldi).
Assolutamente da vedere.

Sunday, 25 September 2011

Lemony Snicket's A series of unfortunate events

 "I'm gonna get you kids. No matter where you go, no matter what you do, I'll *find* you! Oh, you are so deceased!"
I can't convince P that it's actually a good movie and that he shouldn't get asleep after 20 minutes or so.
"I am Stefano, and I am  an Italian man"
Jim Carrey is one of the best villain ever, with his three characters of Count Olaf, Stefano and Capt. Sham (the choice of this last name is just full of echoes from the Dickens' character of Miss Havysham). He hasn't the least bit of good in himself and doesn't care about children, whom he calls "orphans" because that is what they actually are. His philosophy about "children" is well stated by alter ego Stefano "Children are strange and distant for me....but I know they are an important part of the ecosistema". It somehow reminds me of unforgettable Nina Van Horn from the Just Shoot Me TV Series (http://gabrieleisland.blogspot.com/2011/09/memorable-quote.html)
But he is also the only adult in the plot who knows that the Baudelaire children are right and he states the simple truth that "nobody ever listens to children", even if they are right.
Of course, if it's good feeling you are interested into, there's plentiful in the movie. After all, it's a movie for children... But that's not why I like watching it.

Friday, 23 September 2011

Sleepers


I'm definitely not a movie person but sometimes I do watch.  Yesterday night I was caught in "Sleepers", old movie - 1996 - that is still worth watching every now and then. The story is gripping, the themes are deep (friendship, vendetta, sexual abuse) and the cast exceptionally good 
(De Niro, Hoffman, Pitt, Bacon and the Italian Vittorio Gassman to name just a few). 

The movie comes from the book "Sleepers" by Lorenzo Carcaterra, who claims all the story to be true - basically. Of course its claim to be a true story brought about some debate (in the US), but as producer/director Levinson said in an interview after the film version release, ''I still don't know what is this big quest for the truth, with four boys no one ever heard of. 'What's this big thing we need to get into? There are no historical figures here. Outside of New York, it's almost like, 'I don't know what it is.' ''
Clearly the big debate is about the presentation of the juvenile criminal system and of a case in a NY tribunal that has no record - according to official statements. But the movie doesn't come out as an accusation to the system, actually: it's a story of individuals. 4 friends (the boys) and 4 other friends (the guards) playing against each other in a lifetime deadly game. Is replying to a stand that the movie doesn't want to take a sign of a guilty conscience?

Monday, 19 September 2011

A little shot of vodka... or two

Drinking on the job: Actress Keira Knightley has admitted that she did a couple of shots of vodka to prepare herself to film scenes for A Dangerous MethodActress Keira Knightley - one of my favourite actresses, by the way - confessed that she needed some courage to shoot the spanking scenes in her latest movie "A Dangerous Method". She found that courage in a couple of shots of vodka and after the scene celebrated for not having to do that ever again with a couple of glasses of champagne. The fact is that the spanking was - of course - not real: the co-actor actually spanked a box. And Keira threatened her co-actor to have him beat by a bodyguard if he even tried to get near her.
Dear Keira, that's much ado about nothing.

Tuesday, 6 September 2011

Memorable quote

"Honesty is one of those things people say they want, but they really don't, like education or children"
(from the TV series "Just shoot me!")