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Monday 2 July 2012

Nuovo Cinema Paradiso

Mi rendo conto che sto vedendo i capolavori del cinema italiano in tarda eta'. Eppure ne sono felice, perche' li vedo con un occhio e una interpretazione che prima non avrei certo saputo dedicarvi. Ad esempio, se avessi visto Nuovo Cinema Paradiso nel 1989 chissa' che ci avrei capito. Chissa' se non avrei semplicemente pensato "Pero', che fico il protagonista giovane".
Intanto, diciamo pure - per togliere anche questo imbarazzo - che qualche lacrimuccia l'ho versata e su piu' scene. Ma deve essere stata "la coralita' dei sentimenti" del piccolo paese siciliano inventato da Tornatore a toccare piu' corde. Per chi non ha vissuto in un paesino italiano forse e' difficile capire che quelle figure che appaiono stereotipate (lo scemo del villaggio, il prete, il villan rifatto, la vedova...) in realta' ci sono, eccome. Cosi' come ci sono quei sentimenti di unita', perche' ci si conosce tutti e tutti sanno tutto di tutti o perche' c'e' davvero una vita di piazza (come la piazza su cui si affaccia il cinema del film) o perche' c'e' sempre qualcuno che dalla finestra vede e sa tutto. E cosi', proprio come nel film la gente del posto si appassiona ai film proiettati - piange, ride, si commuove, applaude - cosi' lo spettatore di Nuovo Cinema Paradiso vorrebbe applaudire, si commuove, ride, piange. E' questo il suo punto di forza principale.
Del film esistono due versioni: una per il mercato italiano e una per il mercato internazionale. Io ho visto la prima, integrale, e credo che il successo internazionale del film sia stato salvato da quel provvidenziale taglio: 20 minuti di totale irrealta', in cui il protagonista adulto rivive per attimi l'incontro con quella che e' stata il suo primo amore. L'incontro, oltre ad essere ai confini del possibile, e' quasi inutile nell'economia della storia narrata. E' l'unica vera pecca di un film altrimenti perfetto.

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