Lezioni yoga online

Saturday 16 October 2021

Lo yoga e' davvero per tutti? Note sullo yoga con la sedia

Quando mi sono iscritta al corso avanzato di istruttori yoga, pensavo a me stessa: una "giovane" ultraquarantenne, pronta a mettere a "cane a testa in giù" tutti quelli che le capitavano a tiro e a impartire lezioni di Vinyasa Flow infarcite di Guerrieri e Skandasana a tutti quelli che avessero voglia di seguire il flusso. 

Lo yoga sulla sedia che il corso proponeva tra i vari moduli (adaptive yoga) mi sembrava noioso. Non mi stimolava né risuonava con quello che credevo fosse il mio naturale "istinto yogico".

E' stato quando ho veramente capito cosa volesse dire l'abusato ritornello "lo yoga è per tutti", accompagnato dagli hashtag complementari #yogaforallbodies e simili che anche la sedia ha cominciato ad avere una sua attrattiva. La verità? Io sulla sedia mi annoio, io non mi muovo a sufficienza per quelle che sono le mie necessità. Ma quando vesto i panni di insegnante di yoga, quelle che sono le mie esigenze passano in secondo piano rispetto a quelle che sono le esigenze dello studente o cliente di turno.

Messo da parte l'ego, la sedia (o il letto o la panchina del parco) diventa un supporto fondamentale per allargare lo spettro di coloro che possono usufruire dello yoga e godere dei benefici che gli asana possono portare. Chi può usare la sedia? Praticanti più giovani con qualche (magari solo momentaneo) problema agli arti, o praticanti non più giovani la cui età ha influito su stabilità, forza ed equilibrio. Ancora, impiegati che possono cosi' praticare in ufficio durante le pause, laddove altrimenti non potrebbero averne modo e tempo.

Un supporto come la sedia fornisce un sostegno che consente al praticante di sentirsi fisicamente sicuro di non cadere. E questa sicurezza fisica porta con sé inevitabilmente una certa dose di fiducia in sé stessi. E' una iniezione di ottimismo.

A volte l'ego con cui combattere non è solo il nostro di insegnanti, ma anche quello dello studente/cliente che può sentirsi sminuito nel vedersi proporre un supporto. Cosi' come per alcuni usare attrezzi come i mattoncini risulta quasi offensivo. Occorre un piccolo sforzo mentale, quindi, da ambo le parti, per mettere da parte i pregiudizi che ruotano attorno alla (dis)abilità fisica. Secondo Patanjali, la sofferenza nelle sue varie manifestazioni è frutto dell'ignoranza. Cosi' il pregiudizio sui supporti, figlio del non sapere, impedisce a parte della popolazione di avvicinarsi alla pratica degli asana.

Il supporto scelto può essere una qualsiasi sedia di casa, con una seduta solida, non imbottita per non lasciare sprofondare il praticante, e senza inclinazioni. E specie nel caso della popolazione più anziana lo schienale è fondamentale. Il pensiero di potersi appoggiare quando si è stanchi è un ulteriore sostegno, psicologico prima ancora che fisico. Lo sa bene chi si esercita davanti ad un muro nelle inversioni. Appoggiarsi allo schienale, per come ho imparato a vederlo io, è l'equivalente  di Balasana (la posizione del bambino), la casa madre cui torniamo durante un Vinyasa Flow per riposare, riconnetterci con il respiro, riprendere fiato. Lo schienale è anche molto utile nel caso in cui la sequenza possa prevedere una parte in piedi. L'equilibrio, anche su due piedi, non è facile da ottenere né scontato per chi ha problemi alle ossa o di deambulazione o ancora malattie degenerative come il Parkinson.

Lo yoga non è un sostituto per le cure mediche. Ma può essere un complemento alle terapie seguite con gli esperti, i medici, i terapisti. Non solo per creare stabilità e motilità, ma anche per creare maggiore fiducia, sicurezza e serenità - elementi non scontati, che a volte l'insicurezza fisica abbatte, creando un pericoloso circolo vizioso da cui è difficile uscire. 

Lo yoga è per tutti? Per parte mia, la risposta è sì. Ma sta anche a noi insegnanti fare in modo che il ritornello si riempia di significato concreto, sfatando l'idea che lo yoga sia fitness (lo può essere, ma sarebbe riduttivo ricondurlo solo a quello) rendendo più inclusiva la nostra offerta, a seconda delle nostre possibilità e inclinazioni.