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Monday 11 March 2013

Velvet - Mediterranean restaurant in Beijing

Curiosity drove me to this new Mediterranean restaurant + patisserie inside the Nali Patio, the building hosting Spanish and Latin-American fare on its 6 floors.
The food experience was not memorable: you'll not get sick, but you will not think "oh, let me come back tomorrow".  Too much garlic in the eggplant pure' and on the side grilled vegetables, the ribeye good but too fatty, the chocolate mousse disappointing in its "coffee sabayon" part. Garlic is out-of-fashion and anybody can cook a ribeye, but it must have something to differentiate it from wherever else you could eat it.
What is really unsettling is the environment around: very cold, very white, with velvety thrones instead of chairs - the pink ones actually make you feel like Barbie in her magic world. It doesn't look like a restaurant, but more like a tea-room. An overpriced tea-room.
The question that actually comes to mind is: what will be next in this space in the next... 2 months?

Sunday 10 March 2013

Ed e' ancora Cigno

E mentre in Pechino si compiva la fondazione dell'AGIC (Associazione Giovani Italiani in Cina), io mi dedicavo ad una delle mie attivita' favorite degli ultimi due anni. Il balletto. No, non lo pratico, me lo godo semplicemente seduta in una comoda (si fa per dire) poltroncina rossa. Rispetto all'inizio, ora ho anche un potente binocolo percio' posso anche comprare biglietti a buon mercato lontano dal palco.
Non saprei dire qual e' il mio pezzo preferito poiche' ho apprezzato quasi tutto cio' che ho visto, ma di certo posso dire che ho visto piu' rappresentazioni de Il Lago dei Cigni io in un anno di chiunque altro. E' amore? no, e' la spasmodica ricerca della morte del cigno. Tutti preferiscono la versione buonista, con l'happy ending "e vissero tutti felici e contenti". Dovevano arrivare gli Americani per regalarmi una parvenza di tragedia...
Ieri sera il Grand National Theatre ospitava la seconda replica de Il Lago dei Cigni dell'American Ballett Theatre, la prima istituzione americana in fatto di danza classica. Sono andata titubante, poiche' la serata di giovedi' che offriva un loro mixed repertoire mi aveva lasciato un poco fredda. Bravini, si', ma niente di speciale. Ieri sera naturalmente sono uscita dal teatro pensando che ci tornerei anche per la terza ed ultima serata, a rivedere il Lago dei Cigni inscenato da loro. Da una parte, e' il fatto che finalmente il cigno si e' suicidato nel lago, seguito a ruota dal principe. Mi e' solo dispiaciuto che in questa versione, ripresa dalla coreografia di Petipa, della favola-dramma, i due vivono felici, riuniti dopo la morte. Ma lo vogliamo fare un dramma che sia un dramma?
Tecnicamente, molto bravi i ballerini, ma dopo aver visto il Cigno interpretato da una ballerina del Balletto Nazionale di Cuba nessuna piu' regge il confronto ai miei occhi, specie questa volta in cui chi davvero brilla e' il principe, interpretato da tale Danil Simkin. Delicato, biondo, con il viso dolce, piccolo di statura. Leggero, agile, perfetto sul palcoscenico. E' lui che ruba la scena, quello che vorresti applaudire e per cui il pubblico  lancia frizzi e lazzi, fino al perfetto salto finale nel lago, incontro alla morte.
Il cigno e' morto...Viva il cigno.