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Thursday 28 February 2013

Via col Vento



Ormai sono a Pechino da 11 anni e ho tutti i vizi (e le virtu') di chi vive in questa citta' da expat da tanto tempo.
Uno dei vizi piu' recenti e' controllare piu' volte al giorno la qualita' dell'aria (aria?). Oggi secondo la bibbia dell'AQI siamo semplicemente Beyond Index (non semplicemente unhealthy, non hazardous, bensi in pratica non qualificabile, oltre i limiti). Non che ci sia bisogno dell'Index: basta guardare fuori dalla finestra e non vedere che l'ombra del palazzo che in linea d'aria sta a 100m, notare un colore grigio-verdastro nell'aria e pensare che "beh, le finestre per oggi le lascio chiuse.... il cambio d'aria potrebbe essere fatale". "Ma esco per andare a lavorare?" "Ma il vento promesso dal mio Yahoo!Widget non arriva?"

A differenza tuttavia di molti altri fellow-expat io non ho ancora un purificatore d'aria. In parte l'acquisto mi lascia perplessa (sara' davvero utile?), un po' il mio senso estetico mi fa storcere il naso di fronte a quel baraccone bianco che sembra un termosifone portatile nella migliore delle ipotesi. Ieri ho cercato un purificatore di "design", senza molto successo: le cause produttrici serie (IQ, Alen, BlueAir) non badano molto al design ma prediligono il baraccone bianco. Sembra che design e funzionalita' in questo campo specifico non vadano d'accordo... ma allora io che faccio?
Per ora, aspetto il vento.

Wednesday 13 February 2013

Un giro in Italia

E mentre nel mondo succede di tutto, dagli esperimenti nucleari nord-coreani al maltempo che infierisce negli Stati Uniti, in Italia i titoli dei giornali sono tutti per (in ordine di importanza):

1. il Festival di Sanremo - tutti giurano non lo guarderanno ma alla fine tutti finiscono col parlarne;
2. le dimissioni del Papa - tutti all'unisono hanno mormorato che ora Silvio ha finalmente il posto assicurato;
3. le elezioni politiche - sembra che avranno piu' peso le battute di Crozza e Littizzetto che non le comparsate televisive degli esponenti dei vari partiti;
4. Balotelli -  "mela marcia" secondo Berlusconi Silvio, il "negretto di famiglia" secondo Berlusconi Paolo. Fatto sta che se lo sono comprati, e sembra rendere. Per ora. La sua storia potrebbe far salire le quotazioni che vogliono un Papa nero al soglio pontificio...

Cadute invece negli ultimi giorni le "azioni" della Corona connection: di Belen e della sua pancia, della sua storia con Stefano - si', ha un fidanzato, ma con tutto quel parlare dell'ex ce ne siamo bell'e dimenticati -, di Fabrizio in persona prima fuggiasco poi carcerato poi scrittore di lettere dal carcere poi figlio di mamma poi scarcerato in affido, oggi i giornali tacciono.
L'Italia che cambia? No, tranquilli. E' solo l'effetto Festival.

Sunday 10 February 2013

Django - Unchained




Proprio l'altra sera un'amica diceva che non capiva il successo dell'ultimo film di Quentin Tarantino, Django - unchained. Io che non lo avevo ancora visto le ho detto che semplicemente era l'ultimo film di Tarantino.

Ora che l'ho visto, so che non e' semplicemente cosi'. E' uno dei film nel migliore spirito di Tarantino, c'e' come sempre tutto cio' che lo rappresenta: sangue in schizzi e pozze, le sparatorie, scene comiche e una storia di fondo ai confini dell'incredibile o del surreale, tutta giocata nel sud degli Stati Uniti ai tempi della schiavitu'.
Ottima la scelta degli attori, da Jamie Foxx perfetto nei panni di un "nigger on a horse!" che presto diventa il nostro eroe, a Christoph Waltz cacciatore di taglie raffinato e signorile, a Samuel L Jackson, il vero cattivo, il vero meschino della storia, quello che odiamo fin dal primo momento perche' ha un cuore di negriero in un corpo di negro.
Tra gli spruzzi di sangue, le torture disumane e le frustate a go-go, la storia si dipana velocemente e senza battute d'arresto come una specie di favola in versione capanna dello zio Tom: il prode Django alla ricerca della sua principessa Broomhilda, prigioniera di Candieland.
C'e' molto spaghetti western, c'e' molta denuncia di un capitolo della storia d'America scomodo e forse non sufficientemente ricordato in tempi recenti, e c'e' una colonna sonora originale e perfetta che rende il film talmente piacevole da far dimenticare che la pellicola dura quasi 3 ore (165minuti).

Per farla breve, sono gia' alla seconda visione in due giorni. Thumbs up.

Wednesday 6 February 2013

Il Mulino del Po. Una ruota che gira.


Siamo sotto elezioni, non da ieri, non da oggi, ma da sempre. Si', perche' l'Italia e' sempre sotto elezioni, il governo e' sempre li' li' per cadere, o per rassegnare le dimissioni prima del tempo. E' cosi' dalla nascita del Regno e la Repubblica prima e seconda non hanno mai saputo dare inversioni di rotta, cambiamenti sostanziali. Si e' sempre parlato di Destra e Sinistra, a volte di Centro, ma alla fine della fiera abbiamo spesso assistito a vuote promesse da campagna elettorale, quasi mai poi messe in pratica, che hanno reso sempre piu' sottile, quasi inesistente, il divisorio tra le due (il numero e' puramente indicativo!) fazioni.

Image of Il mulino del Po



Percio' affascinano ma non stupiscono le righe che Bacchelli regala nel terzo tomo del suo Il Mulino del Po sul cambio di governo del 1876, quando la Destra, odiata per la tassa sul macinato, venne scalzata dalla Sinistra che prometteva di abolirla
"...dopo aver imputato ogni sorta di mali al macinato...il Depretis e i primi ministri di Sinistra lo serbavano per sei anni, ed altri quattro ne impiegavano ad abolirlo gradatamente, sicche' furono in tutto dieci"

E prosegue, parlando della tassa, che tanto ricorda la nostra IMU:
"Prudente consiglio, obbediente al precetto sano e classico, che non si rinunci a un introito innanzi di aver rinunciato a una spesa e che non si consenta a una spesa se non vi corrisponde un'entrata: sana prudenza era, ma lunga per quelli che pagavano il balzello odiatissimo, ai quali coloro che andavan lenti adesso, eran stati ben piu' lesti a insegnare, anziche' i precetti della cauta finanza, l'astio e le maledizioni, l'iniquita' della crudele angheria, contro la tassa e chi l'aveva imposta. Lesti a promettere d'abolirla, meritavano elogio perche' eran lenti a mantenere..."

A me sembra una storia gia' nota.