Proprio l'altra sera un'amica diceva che non capiva il successo dell'ultimo film di Quentin Tarantino, Django - unchained. Io che non lo avevo ancora visto le ho detto che semplicemente era l'ultimo film di Tarantino.
Ora che l'ho visto, so che non e' semplicemente cosi'. E' uno dei film nel migliore spirito di Tarantino, c'e' come sempre tutto cio' che lo rappresenta: sangue in schizzi e pozze, le sparatorie, scene comiche e una storia di fondo ai confini dell'incredibile o del surreale, tutta giocata nel sud degli Stati Uniti ai tempi della schiavitu'.
Ottima la scelta degli attori, da Jamie Foxx perfetto nei panni di un "nigger on a horse!" che presto diventa il nostro eroe, a Christoph Waltz cacciatore di taglie raffinato e signorile, a Samuel L Jackson, il vero cattivo, il vero meschino della storia, quello che odiamo fin dal primo momento perche' ha un cuore di negriero in un corpo di negro.
Tra gli spruzzi di sangue, le torture disumane e le frustate a go-go, la storia si dipana velocemente e senza battute d'arresto come una specie di favola in versione capanna dello zio Tom: il prode Django alla ricerca della sua principessa Broomhilda, prigioniera di Candieland.
C'e' molto spaghetti western, c'e' molta denuncia di un capitolo della storia d'America scomodo e forse non sufficientemente ricordato in tempi recenti, e c'e' una colonna sonora originale e perfetta che rende il film talmente piacevole da far dimenticare che la pellicola dura quasi 3 ore (165minuti).
Per farla breve, sono gia' alla seconda visione in due giorni. Thumbs up.
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