Il film puo' piacere o meno, ma certo quando si arriva alla fine e si legge che Sergio Segio e' stato liberato nel 2004 e ora si dedica ad attivita' di volontariato con Susanna - liberata prima di lui - viene voglia di saperne di piu'. Wikipedia subito spiattella che Sergio e' un "ex terrorista e scrittore italiano". Alla voce sotto, le immagini, dove le due anime redente (Sergio e Susanna) ridono felici da dietro le sbarre del gabbiotto al processo. Ma che avranno avuto tanto da ridere? E soprattutto, come mai adesso lui e' addirittura "scrittore", un rappresentante degli intellettuali della nostra Italia, un rispettato e addirittura premiato membro della nostra societa'?
Se la giustizia ha deciso che i due (colpevoli fra le varie cose di omicidio) dovessero essere reintegrati nella societa' prima del tempo previsto, avra' avuto le sue buone ragioni. Ma c'e' re-integrazione e re-integrazione. Non c'e' bisogno di premiare persone del genere. Si sono pentite? Bene, ma continuino il loro pentimento in sordina. Non come due dei migliori prodotti della nostra societa'. Erich Priebke non puo' neppure andare al ristorante senza suscitare indignazione e polemiche, nessuno gli farebbe firmare articoli e libri, per quanto di certo qualcosa da raccontare ce lo avrebbe anche lui. Sergio e Susanna non sono piu' in prima linea: dovrebbero stare con umilta' dietro, in ultima fila, per non disturbare.
Perche' solo in Italia le azioni non hanno conseguenze?
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