La tomba di Nijinsky a Parigi |
E' il titolo del balletto portato in scena qualche sera fa dalla compagnia di Amburgo, con la direzione aritistica di John Neumeier, al Grand National Theatre di Pechino. Neumeier e' un appassionato di Vaslav Nijinsky e gli ha dedicato una coreografia di piu' di due ore, in cui racconta ormai da anni la vita di questo ballerino ucraino di inizio Novecento.
Alla fine dello spettacolo, non ho potuto che condividere la sua passione e farla mia.
Nijinsky e' stato un innovatore del balletto classico, un genio compreso ed incompreso allo stesso tempo, un uomo dalla vita artistica piena di alti e bassi e dalla vita privata altrettanto altalenante. Un Picasso del palcoscenico. La relazione sentimentale e professionale con il grande impresario Diaghilev , il suo matrimonio quasi di ripiego con l'aristocratica Romola, i complessi legami con la famiglia di origine, la sua malattia mentale che lo sottrae troppo presto alla gioia dell'esibirsi che lo faceva sentire Dio (soffre di schizofrenia catatonica)... tutto questo ed altri dettagli ancora vengono portati in scena da Neumeier e da un cast che - da vera profana - ho trovato eccezionale.
Mi sono pentita di non essere tornata a rivedere la seconda performance la sera successiva, per cogliere altri dettagli, per saperne di piu'. Ho letto molto di quanto il web dedica allo spettacolo e a Nijinsky. Non ho resistito alla tentazione di comprare un libro su Diaghilev, ordinarne un altro che sara' disponibile da maggio su Nijinsky e non e' detto che a fine giornata non me ne procuri un terzo. Ecco, questo e' quanto mi e' piaciuto il Nijinsky di Neumeier.
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