Siamo sotto elezioni, non da ieri, non da oggi, ma da sempre. Si', perche' l'Italia e' sempre sotto elezioni, il governo e' sempre li' li' per cadere, o per rassegnare le dimissioni prima del tempo. E' cosi' dalla nascita del Regno e la Repubblica prima e seconda non hanno mai saputo dare inversioni di rotta, cambiamenti sostanziali. Si e' sempre parlato di Destra e Sinistra, a volte di Centro, ma alla fine della fiera abbiamo spesso assistito a vuote promesse da campagna elettorale, quasi mai poi messe in pratica, che hanno reso sempre piu' sottile, quasi inesistente, il divisorio tra le due (il numero e' puramente indicativo!) fazioni.
Percio' affascinano ma non stupiscono le righe che Bacchelli regala nel terzo tomo del suo Il Mulino del Po sul cambio di governo del 1876, quando la Destra, odiata per la tassa sul macinato, venne scalzata dalla Sinistra che prometteva di abolirla
"...dopo aver imputato ogni sorta di mali al macinato...il Depretis e i primi ministri di Sinistra lo serbavano per sei anni, ed altri quattro ne impiegavano ad abolirlo gradatamente, sicche' furono in tutto dieci"
E prosegue, parlando della tassa, che tanto ricorda la nostra IMU:
"Prudente consiglio, obbediente al precetto sano e classico, che non si rinunci a un introito innanzi di aver rinunciato a una spesa e che non si consenta a una spesa se non vi corrisponde un'entrata: sana prudenza era, ma lunga per quelli che pagavano il balzello odiatissimo, ai quali coloro che andavan lenti adesso, eran stati ben piu' lesti a insegnare, anziche' i precetti della cauta finanza, l'astio e le maledizioni, l'iniquita' della crudele angheria, contro la tassa e chi l'aveva imposta. Lesti a promettere d'abolirla, meritavano elogio perche' eran lenti a mantenere..."
A me sembra una storia gia' nota.