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Thursday, 2 February 2012

The origin of things

I have often wondered about the origin of the word HANDKERCHIEF. How come something to blow your nose, wipe your eyes and so on and so forth is called... handkerchief?
Apparently, the answer lies in China. French sailors went back to France during the 15th century, bringing back light pieces of cloth that were particularly appreciated by French ladies. They were originally used by Chinese women to cover their heads and protect them from the sun while working in the fields. So here came the French name: couvrechef (cover for the head) which was later anglicized into kerchief. Since basically at the beginning it was just a fashion item to be carried around, it soon became known as hand kerchief: ladies had parasols against the sun and it was common to wipe one's nose in a sleeve or blow it into the air.
Only in the 16th century, the etiquette started being against using sleeves, while blowing into the air was still admitted. Erasmus of Rotterdam in 1530 recorded that the right way to blow one's nose was the hand kerchief, soon to become handkerchief, still mostly unknown to the Chinese (at least for nose blowing). Those sailors should definitely come back to China with some.



Contadina con fazzoletto, Cesare Laurenti

Tuesday, 17 January 2012

Bon Ton della Metropolitana





Dove: Pechino (in altre citta' funziona diversamente)
Linea: la 10 (non solo perche' e' quella che prendo piu' spesso, ma anche perche' linea che vai, regole che trovi)

Fai la fila in maniera apparentemente ordinata seguendo le frecce e rispetti in maniera abbastanza rigorosa il principio che prima lasci scendere, poi sali tu. Non vale nelle ore di punta, dove vince il principio del mors tua vita mea, che e' il principio base  in vigore sulle linee 1 e 2.

Le carrozze hanno seggiolini sotto i finestrini in numero variabile, rivolti verso i finestrini opposti. Alcune carrozze hanno ampi spazi vuoti per eventuali carrozzine di disabili. I posti vengono occupati con il principio del chi si ferma e' perduto.
Linea 1
Nelle ore di punta, la carrozza non e' mai piena. Potrebbe sembrare piena a voi, laowai di passaggio, ma vige il principio dell'aggiungi un posto a tavola. Andando in metropolitana, vi accorgerete che lo spazio non c'e', si crea.

Le attivita' in carrozza sono fra le piu' varie. Dormire e' sicuramente l'attivita' prevalente. Lo si puo' fare da seduti o da in piedi, a seconda della disponibilita' o delle preferenze. Mandare messaggi col cellulare e leggere libri o riviste e' ammesso. Nelle ore di punta e' ammesso sbirciare il cellulare o il giornale di chi ci sta davanti. Una ragazza l'altro giorno leggeva di storie vissute sul come si raggiunge o non si raggiunge l'orgasmo. In pratica, essendo quasi tutti impegnati a dormire, mandar sms o leggere, non esiste il problema di "fissare" chi ci sta di fronte, sicuramente un capitolo del galateo di altre metropolitane nel mondo.

Di tanto in tanto, parte uno strano inframmezzo musicale. Non spaventatevi. Sono di solito un paio di mendicanti (vanno a coppie), uno dei due canta con un moderno microfono con funzione karaoke per raccogliere i soldi. Se non vi piace la musica offerta, potete comunque donare per il secondo della coppia, normalmente invalidato in maniera significativa e appariscente. Come in tutte le metro del mondo, la maggior parte dei viaggiatori finge di non vedere e/o sentire, si scosta, qualcuno dona. La mia domanda e': quindi il mendicare e' ammesso dal Governo? Se no questi come ci scendono in metropolitana e come salgono sui vagoni?

Per scendere basta fare il contrario di quello che si e' fatto salendo: ci si pone al centro, e si scende con aria fiera e di superiorita', consapevoli di avere la precedenza su chi sale. Nelle ore di punta, ci si prepara anche chiedendo a chi sta davanti "Scusi, scende?". Si guadagna la porta prima che il veicolo si fermi, a mo' di  cubo di Rubrick. Sulle linee 1 e 2 vige invece l'eruzione vulcanica. La lava che sta dietro si agitera' fino a letteralmente far saltare chi sta davanti, che nello stesso tempo dovra' lottare con chi sale per non essere risospinto all'interno della carrozza.

Non crediate che sia finita qui, non e' sempre vero. L'altro giorno la ragazza che leggeva di orgasmi mi ha inseguito fuori dalla carrozza per spiegarmi che in metro non dovrei utilizzare l'espressione "ni you wenti ma?" (hai problemi?) neppure se mi spingono in maniera selvaggia e facendomi male (come era stato il caso). Mi ha spiegato che in metro "non vige il principio della cavalleria"....


Monday, 9 January 2012

Bon ton da spogliatoio






 Da diverse fonti, ho visto parlare del galateo da spogliatoio e fra le varie cose cui bisognerebbe fare attenzione, c'e' l'eccessiva ostentazione della nudita'. Che e' fastidiosa, ammettiamolo. Anche perche' purtroppo non sempre cio' che viene ostentato e' degno di nota... anzi: decisamente meglio coprire.
Se questo aspetto mi sembrava essere fastidioso, sono passata a pensare che era ben piu' fastidioso quando le mamme si portano i figli (maschi) nello spogliatoio femminile. Mandateli col papa'. E gia', "ma il papa' non viene in piscina, lavora". E gia', il papa' viene si' in piscina, ma "e' imbranato e non riuscirebbe a fare lo shampoo al piccolo o a rimettergli le mutande dal verso giusto"....
Se questo aspetto mi sembrava molto fastidioso, ho concluso che vedersi una in spogliatoio con la maschera di bellezza a fogli, che si screpola a mo' di bende di mummia,  e' la cosa piu' fastidiosa di tutte. Si', perche' prima di tutto si rischia l'infarto prima di rendersi conto che e' solo una maschera. E poi perche' e' talmente raccapricciante che viene da "fissare" e "fissare" e' cattiva educazione. Ma la maschera, signore belle, fatevela a casa, o andate in un centro beauty. Li' sono abituati. Nello spogliatoio, spogliatevi e rivestitevi. Nient'altro.