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Wednesday, 5 December 2012

Malattie culturali



Proprio ieri ho cominciato a soffrire di un dolore diffuso e molto fastidioso alla base del collo. I colleghi italiani e cinesi in ufficio si sono subito prestati a indicarne le possibili cause: "colpo d'aria", "soffri di cervicale?" o "in Cina si dice che hai dormito male" e via discorrendo.
Poco dopo, a casa ho trovato questo articolo della corrispondente della BBC dall'Italia, che si interroga sul significato delle varie espressioni di cui sopra e che in inglese... non hanno una traduzione. Soffrire di cervicale? E' un semplice "neck pain". Il "colpo d'aria" non esiste. L'articolo e' davvero divertente e mette a nudo una caratteristica tutta italiana di avere un nome e una causa per qualsiasi piccolo disturbo.
Proprio alla stregua dei cinesi, che con la loro tradizione medicale millenaria hanno una spiegazione per qualsiasi starnuto, brufolo o mal di schiena. La differenza tra italiani e cinesi? L'italiano andra' dal farmacista di fiducia o dal medico di famiglia a cercare conforto; il cinese berra' tanta acqua calda, toccasana per la maggior parte delle problematiche stagionali e no.

Thursday, 8 March 2012

La stagione dei manzi e altri regionalismi



I miei bomboloni, che non c'entrano nulla con questo post.
#1 Ci si accorge che e' finalmente primavera perche' durante il giorno siamo piacevolmente sopra lo zero di anche 6-7-8 gradi, a tratti soffia un'arietta quasi piacevole (se non fosse gia' piena di sabbia, ma questa e' un'altra storia) e il compound in cui vivo fiorisce di manzi. I "manzi" sono giovani o non troppo giovani uomini che possono anche essere piacenti ma di solito, piu' che essere oggettivamente piacenti, si credono tali e sono soprattutto caratterizzati da un'intelligenza pressoche' bovina. "Guarda che manzo!" e' quello che penso fra me e  me mentre mi dirigo verso casa attraversando il giardinetto e lungo il percorso incontro i manzi in parola, baldanzosamente gia' in infradito e ed improbabili bermuda, che si dirigono verso la sala pesi della palestra. Che poi in palestra stiano ore guardando l' iPhone e parlottando con gli altri manzi al pascolo (si vede tutto passando accando alla vetrata della sala pesi), possibilmente seduti senza versare una sola stilla di sudore e' tutta un'altra storia e fa parte della loro figura manzesca.
#2 Un altro regionalismo ormai entrato nell'uso italiano e' sicuramente la "gnocca". Gnocca indica primariamente l'organo sessuale femminile, e quindi per quella figura retorica nota come sineddoche (la parte per il tutto) "una bella gnocca" significa semplicemente "una bella donna". Ed e' un dato oggettivo: non si dice mai "quella si crede gnocca". No, no, gnocca e ' gnocca per davvero. Quanto meno negli occhi del vedente e parlante. Se poi una e' "gnocca da paura" deve trattarsi di un essere femminile di qualita' (fisica) superiore. Il termine gnocca non porta alcun riferimento implicito alle qualita' psico-mentali della donna in oggetto.
#3 Ma basta cambiare una vocale e il termine assume tutt'altro significato. Essere un po' gnucca (o gnucco) non e' un complimento e non ha niente a che vedere con l'aspetto esteriore. E' un giudizio pur bonario sul fatto che una o uno e' un po' tarda/o, un poco duro di comprendonio, ecco.

Friday, 17 February 2012

Kamasutra? No, ricerca





Assolutamente da non perdere la gaffe a stampo sessuale del MIUR, che nel parlare di ovini e formaggi in italiano finisce con il parlare di posizioni sessuali in inglese.
Il brano incriminato riguarda le pecore e il pecorino, dove "pecorino" viene poi tradotto con "doggy style" in inglese - ovvero la "pecorina" nostrana. Il pezzo incriminato e' un bando di concorso.
L'errore fa riflettere: davvero il MIUR cioe' il Ministero dell'Istruzione non conosce l'importanza di utilizzare traduttori in carne ed ossa invece dei classici traduttori automatici? Me lo sarei aspettato da qualsiasi altro Ministero, ma non da questo. A meno che offrire ricerche sulla "pecorina" non sia un modo per incrementare l'interesse dei ricercatori stranieri.


Thursday, 2 February 2012

The origin of things

I have often wondered about the origin of the word HANDKERCHIEF. How come something to blow your nose, wipe your eyes and so on and so forth is called... handkerchief?
Apparently, the answer lies in China. French sailors went back to France during the 15th century, bringing back light pieces of cloth that were particularly appreciated by French ladies. They were originally used by Chinese women to cover their heads and protect them from the sun while working in the fields. So here came the French name: couvrechef (cover for the head) which was later anglicized into kerchief. Since basically at the beginning it was just a fashion item to be carried around, it soon became known as hand kerchief: ladies had parasols against the sun and it was common to wipe one's nose in a sleeve or blow it into the air.
Only in the 16th century, the etiquette started being against using sleeves, while blowing into the air was still admitted. Erasmus of Rotterdam in 1530 recorded that the right way to blow one's nose was the hand kerchief, soon to become handkerchief, still mostly unknown to the Chinese (at least for nose blowing). Those sailors should definitely come back to China with some.



Contadina con fazzoletto, Cesare Laurenti

Sunday, 22 January 2012

Emergenza... emergenza un corno

Ho dovuto in questi giorni riflettere sul significato della parola emergenza. Il mio nuovo capo-ufficio ha dichiarato che eravamo in stato di "emergenza". Troppe pratiche da trattare in una sezione, per cui era richiesto il supporto della mia sezione per completare i lavori in tempi utili.


Ora, il Sabatini Coletti riporta i seguenti significati di EMERGENZA:

  • 1 Circostanza, difficoltà imprevista
  • 2 Situazione critica, di grave pericolo: stato di e.
  • 3 non com. Ciò che emerge, sporge
  • • sec. XVII

    Escludo che il mio capo-ufficio stesse utilizzando il significato n.2 poiche' nessuno era in pericolo (a meno che non parlasse della situazione di grave pericolo della sua poltrona). 
    All'inizio, pensavo la intendesse col significato n. 1. Ma quando ho avuto modo di valutare le circostanze di persona, ho capito che neppure quello poteva essere vero: in questo periodo dell'anno, le pratiche sono sempre di numero consistente percio' la difficolta' non era per niente imprevista; in questo periodo dell'anno, ne discende che non e' comprensibile che meta' della sezione preposta a trattare quel tipo di pratica fosse in ferie. Piu' che emergenza, si dovrebbe parlare di scarsa capacita' di gestione delle risorse umane.

    Ma certo, rimane sempre il significato n.3. In effetti, le pile di pratiche emergevano assai.

Tuesday, 10 January 2012

Gender issues: donne - pilota



Rimango perplessa stamattina nel leggere su La Repubblica online "Due donne pilota svengono in volo", poi ripreso nel testo dell'articolo con "la donna pilota ai comandi" e piu' in la' "entrambe le donne ai comandi".
Qual e' la notizia? Che entrambi i piloti si siano sentiti male nello stesso momento e si sia dovuta attivare una procedura di emergenza o che i piloti fossero donne e - ma guarda un po' - si sono sentite male (implicazione: forse fossero stati uomini non sarebbe successo nulla)?
La lingua italiana consente di dire "la pilota", senza dover calcare la mano sul fatto che sia "donna": lo si capisce. Questione di articoli, desinenze, accordi. Sarebbe stato meglio che l'articolo dicesse perche' i piloti si sono sentiti male. Cosi' sembra si siano sentiti male perche' donne. Questioni ovariche?

Wednesday, 4 January 2012

Che caspita significa CAUCUS



Questa parola di origine incerta viene ripetutamente usata sulle pagine dei nostri maggiori quotidiani. Sulle prime tra l'altro mi chiedevo che c'entrasse il cous-cous con le elezioni in America. Poi ho notato che i miei occhi mi stavano ingannando.
La ricerca etimologica del termine e' molto interessante e complessa, ma prende ben piu' dei quotidiani 10-15 minuti che dedico al mio blog. Allo stesso tempo, anche la spiegazione del termine e' tutt'altro che semplice, specie se non si e' americani e quindi non si ha nessuna idea di cosa possa stare ad indicare. Proprio perche' e' un termine fortemente collegato alla tradizione politica nord-americana, nessuno osa tradurlo in italiano, per paura di creare false immagini. Per evitare il problema, allora anche il giornalista piu' raffinato lascia la parola cosi' com'e'. E non credo che sia perche' - appunto - non c'e' un termine esattamente equipollente in italiano. Ormai sono convinta che si tratti solo di pigrizia mentale. Sarebbe troppo lungo spiegare cosa e' un caucus, senza risultare approssimativi o senza togliere spazio ad altro, tipo la pubblicita' - di cui pure i giornali campano.
Scommetto che piu' della meta' dei lettori si terranno il loro dubbio, almeno fino alle prossime elezioni!

Wednesday, 28 December 2011

Chinglish - the easy way out

A few years ago, the trend was to condemn Chinglish as a brute impoverishment of the English language through Chinese inaccuracy or blatant mistakes which would provoke curiosity and hilarity. There were books published on the phenomenon. But the world is changing and today China Daily publishes (page 4) an article called "Chinglish finds takers beyond China". It explains how Chinese expressions and literary translations of Chinese proverbs or sayings have entered the English language, both within the country and abroad. It says in not so many words that the world has adapted to China, by reporting the statement by one Mr. Hu, working abroad "I speak Chinglish, and my British assistants have adapted to Chinglish".
Born  a linguist, or at least very interested in linguistics, I shiver in reading that Chinglish has become a reason for national pride - at least on the pages of China Daily. Which is supposed to express the national view. I am a purist, and Chinglish is just for fun. It's nothing to boast about. 

Wednesday, 14 December 2011

Equo o piu' equo?

Stamattina leggendo le news dall'Italia mi sono chiesta se c'e' una regola grammaticale per l'aggettivo equo. Essendo un aggettivo, dovrebbe essere corretto potervi apporre un "piu" o un "molto" davanti. 
Tuttavia, il dubbio mi prende: se una sentenza e' equa, puo' esserci una sentenza "piu' equa"? E se il commercio e' "equo e solidale" ci puo' essere un commercio "piu' equo e solidale"?
Il dizionario mi rivela che "equo" significa:
Di cosa, che ubbidisce a un criterio di giustizia, di corrispondenza tra dare e avere, tra colpa e punizione ecc.


Mumble mumble. 
Ma allora, se questa manovra e' "piu' equa", cosa ci dice di quella di prima, che gia' era "equa"? E' cambiato il criterio di giustizia e di corrispondenza ecc. ecc.? Che fascino la grammatica italiana....

Saturday, 19 November 2011

Modi di dire

More about La nostra guerra Sto leggendo un bel libro di Enrico Brizzi, La Nostra Guerra. Qualcuno lo ricordera' per Porci con le Ali. Jack Frusciante e' uscito dal gruppo.
Il romanzo e' ambientato nella sua Bologna, epoca Seconda Guerra Mondiale. I protagonisti spesso usano l'imprecazione "Merda zaniboni!" per esprimere stupore o rabbia. Ma che vuol dire "merda zaniboni"?
Zaniboni era un imprenditore bolognese che, nel primo dopoguerra, per primo fece dello svuotamento dei pozzi neri il suo business. Il materiale svuotato dai pozzi neri veniva trasportato su carri trainati da cavalli che quindi spargevano uno spiacevole olezzo per le strade. Il loro passaggio era quindi spesso sottolineato dai passanti con l'espressione ... "Merda Zaniboni!"

Saturday, 12 November 2011

Botany for Dummies



I was cooking bell peppers the other night and I was wondering about how bright coloured and nicely shaped they are. So I asked A why some fruits are fruits and some other "things" are just vegetable. He thought about it and said that maybe if they grow on trees they are fruits, on ground they are vegetables? I asked, well, how about strawberries? Then he wisely said that it must be more complicated.

Botany gives you the answer. If a "thing" comes from a flower, it's a fruit. You can pick it and it will keep on riping even after picking. The most interesting definition is that fruits are the ovaries of plants because they may contain seeds (a bit morbid, but it works as a way of explaining the concept). So technically even tomatoes (the Chinese are right, after all) are fruits. Botanically, zucchini, pumpkins and the like are all fruits, whatever the food industry taught us so far.
If the "thing" is a plant or a plant part, then it's a vegetable (roots, leaves ... ) and it doesn't usually contain seeds. After picking, it's stop riping, at the most it will rot.

Leaving botany aside, we usually distinguish between vegetables and fruits according to their flavour and taste or the use we make of them. If it's sweet and juicy, it's a fruit: if it's savory and used in more complex preparation, it's a vegetable. It's still good to know our botany, though.

Saturday, 1 October 2011

Signorina veramente


Spezzo una lancia, ma contro - e non per - l'uso dell'appellativo SIGNORINA.



Il vocabolario lo accetta? Non importa. La connotazione del termine e' quasi sempre offensiva. Chi me lo dice sta dando per scontato che non sono sposata? Oppure ha gia' scannerizzato le mie dita e verificato che non porto la fede nuziale? Ma anche se non fossi sposata, potrei avere un compagno, un fidanzato, un convivente. Rimango comunque signorina? Mi sta dando della zitella?
Per rafforzare il punto, l'anno scorso ho ritagliato  un articoletto del Corriere della Sera che conservo ancora gelosamente, intitolato "Il necrologio di Benedetto XVI per suor Manuela". Il giornalista si riferisce alla collaboratrice del papa come "Signorina Manuela Camagni", di anni 56. Signorina? In questo caso il giornalista fa riferimento al suo status di single o a cosa, esattamente?
Anche in Francia le donne stanno chiedendo di disfarsi di "Mademoiselle".
Per la pubblica amministrazione, sia italiana che francese, siamo tutte "signore". Ma allora perche' persiste ancora nell'uso comune - con il beneplacito dei dizionari?

Non chiamatemi signorina, per favore.