毛 裤
Ieri sono salita in taxi e ho immediatamente ficcato il naso nella sciarpa tentando di trattenere il respiro. Il tassista sembrava avere sofferto di flatulenza acuta, chiuso nel suo cubicolo di lamiera.
Quando stamattina sono salita su un altro taxi e ho sentito lo stesso odore, mi e' subito venuto in mente che siamo alle porte della primavera e quindi... fioriscono i maoku.
Il maoku e' il classico mutandone di lana che portavano i nostri bisnonni e che e' ancora in uso nei luoghi dove il freddo in inverno e' davvero freddo. A Pechino, lo si usa per tutta la stagione. Basta guardare gli uomini seduti a gambe accavallate per veder spuntare, a volte, il bordo del mutandone, magari rosso bourdeau, appena sotto l'orlo del pantalone. E' una delle cose meno sexy cui possiate pensare addosso ad un uomo e ormai mi sto convincendo che faccia parte della politica cinese per garantire il figlio unico. Un inibitore in lana.
Il maoku del tassista e' tuttavia il mutandone piu' temibile nel suo genere. Indossato all'inizio della stagione fredda, non viene piu' dismesso fino ai primi tepori. In pratica, diventa una seconda pelle che accompagna il guidatore di professione notte e giorno, giorno e notte. Superato il Capodanno cinese, quando secondo il calendario locale comincia la primavera, il maoku inizia a rivelare la propria esistenza. E cosi' il povero passeggero che entra nel taxi pechinese si trova avvolto negli effluvi non solo dell'aglio che quasi sicuramente il tassista si sara' mangiato a colazione, ma anche da questi strani odori corporali non meglio identificabili... a meno che non si sappia dell'esistenza del maoku.
Nel maoku il tassista ha guidato, mangiato, e' sceso a fare pipi' dietro gli alberi e nel temibile bagno pubblico, ci ha dormito, ha praticato autoerotismo; e ha svolto la maggior parte di queste attivita' barricato nel suo taxi. In pratica, ha svernato nel suo maoku. Il maoku: il migliore amico dell'uomo.
E all'inizio della primavera, mentre i rami si preparano a sfoggiare le prime timide gemme e la natura prepara il suo risveglio, anche il maoku comincia a desiderare di muoversi, ormai dotato di vita propria. E si fa sentire, nel chiuso dell'abitacolo, dove per mesi l'aria non e' mai stata cambiata per proteggersi dal freddo e l'odore di mutandone-seconda pelle si mischia all'aria calda del riscaldamento dell'auto.
Se Dario Argento venisse a Pechino di questi tempi, sono certa che potrebbe tranquillamente creare un horror dal titolo "L'alba dei maoku viventi", rivisitazione in chiave pechinese del suo film forse piu' parodiato, in cui i numerosi centri commerciali della Capitale vengono presi di mira da orde impazzite di mutandoni di lana dotati di vita propria.
Ieri sono salita in taxi e ho immediatamente ficcato il naso nella sciarpa tentando di trattenere il respiro. Il tassista sembrava avere sofferto di flatulenza acuta, chiuso nel suo cubicolo di lamiera.
Quando stamattina sono salita su un altro taxi e ho sentito lo stesso odore, mi e' subito venuto in mente che siamo alle porte della primavera e quindi... fioriscono i maoku.
Il maoku e' il classico mutandone di lana che portavano i nostri bisnonni e che e' ancora in uso nei luoghi dove il freddo in inverno e' davvero freddo. A Pechino, lo si usa per tutta la stagione. Basta guardare gli uomini seduti a gambe accavallate per veder spuntare, a volte, il bordo del mutandone, magari rosso bourdeau, appena sotto l'orlo del pantalone. E' una delle cose meno sexy cui possiate pensare addosso ad un uomo e ormai mi sto convincendo che faccia parte della politica cinese per garantire il figlio unico. Un inibitore in lana.
Il maoku del tassista e' tuttavia il mutandone piu' temibile nel suo genere. Indossato all'inizio della stagione fredda, non viene piu' dismesso fino ai primi tepori. In pratica, diventa una seconda pelle che accompagna il guidatore di professione notte e giorno, giorno e notte. Superato il Capodanno cinese, quando secondo il calendario locale comincia la primavera, il maoku inizia a rivelare la propria esistenza. E cosi' il povero passeggero che entra nel taxi pechinese si trova avvolto negli effluvi non solo dell'aglio che quasi sicuramente il tassista si sara' mangiato a colazione, ma anche da questi strani odori corporali non meglio identificabili... a meno che non si sappia dell'esistenza del maoku.
Nel maoku il tassista ha guidato, mangiato, e' sceso a fare pipi' dietro gli alberi e nel temibile bagno pubblico, ci ha dormito, ha praticato autoerotismo; e ha svolto la maggior parte di queste attivita' barricato nel suo taxi. In pratica, ha svernato nel suo maoku. Il maoku: il migliore amico dell'uomo.
E all'inizio della primavera, mentre i rami si preparano a sfoggiare le prime timide gemme e la natura prepara il suo risveglio, anche il maoku comincia a desiderare di muoversi, ormai dotato di vita propria. E si fa sentire, nel chiuso dell'abitacolo, dove per mesi l'aria non e' mai stata cambiata per proteggersi dal freddo e l'odore di mutandone-seconda pelle si mischia all'aria calda del riscaldamento dell'auto.
Se Dario Argento venisse a Pechino di questi tempi, sono certa che potrebbe tranquillamente creare un horror dal titolo "L'alba dei maoku viventi", rivisitazione in chiave pechinese del suo film forse piu' parodiato, in cui i numerosi centri commerciali della Capitale vengono presi di mira da orde impazzite di mutandoni di lana dotati di vita propria.
2 comments:
Confesso che in parte temevo questo tuo intervento stagionale...siamo quindi già entrati in fase primaverile a Pechino! Mucha suerte per i prossimi taxi cara...i ricordi dei maoku si fanno sentire ancora nitidi: hai tutta la mia solidarietà. Se decidi di passar da Beirut per evitarti i...cambi di stagione, sei la benvenuta!
Il maoku e' come un diamante: e' per sempre!
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