Ne hanno parlato un po' tutti, il New York Times, il Time, anche Federico Rampini l'altro giorno sulle pagine del Venerdi' di Repubblica.
E' un libricino di 240 pagine scritto dal noto autore Yu Hua, piu' famoso per i suoi romanzi dai toni grotteschi che parlano di corruzione dilagante e capitalismo imperante nella Cina di oggi. Questo e' invece un saggio/memoria del suo passato, che ruota intorno a 10 parole che l'autore ha selezionato per descrivere quello che pensa della Cina odierna attraverso i suoi ricordi di Mao, di Tiananmen e della Rivoluzione Culturale. I ricordi dell'autore hanno un tono dolce-amaro (dolce perche' ricordi di ragazzo, amaro perche' in fondo, se anche le cose sono cambiate nella facciata, non sono migliorate) e sono infarciti dagli stessi toni grotteschi che caratterizzano la produzione romanzesca di Yu Hua, rendendolo comunque una lettura piacevole, leggera nella forma ma non certo nel contenuto.Per certi aspetti, ricorda Beijing Coma, senza comunicare quel senso di oppressione costante.
Il libro e' censurato in Cina, e considerato che il primo capitolo parla molto diffusamente dei famosi fatti di Piazza Tiananmen non penso nessuno si aspettasse altro. F. Rampini nel suo articolo pone un forte accento sull'aspetto censura e non so quanto a proposito. Non va dimenticato che fu proprio la censura di To Live/Vivere nella versione cinematografica di Zhang Yimou a rendere Yu Hua cosi' famoso in patria e all'estero. D'altronde, Yu Hua parlera' pubblicamente del suo libro a Pechino i prossimi 11 e 14 marzo al Festival Letterario che un piccolo ma ben avviato caffe' letterario (Bookworm) ospita ormai da qualche anno nella Capitale. Peccato che i biglietti per partecipare siano tutti sold out gia' da giorni: sarebbe di sicuro interessante ascoltare la presentazione e vedere chi e' il pubblico.
Anch'io come Yu Hua devo quindi fare autocritica per non essermi decisa in tempo... the early bird catches the worm.
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