In questi giorni a Pechino e' un po' come essere nell'ultimo film di Zhang Yimou, Flowers of War: un forte sentimento nazionalista anti-giapponese serpeggia per la citta'. Che poi il sentimento non sia reale, bensi' provocato dall'alto e' una considerazione quasi scontata. La zona intorno all'Ambasciata Giapponese e' cordonata e le vie sbarrate al traffico pubblico e privato; ci sono gruppi di picchettanti "tenuti a bada" dai poliziotti che pattugliano i punti nevralgici della citta'; gli elicotteri volano nei cieli pechinesi con l'inquietante suono delle loro pale metalliche, rendendo lo scenario urbano molto piu' vicino a Gotham City che non alla Nanchino dell'invasione giapponese. Se non fosse che va avanti da giorni - e tutto per quelle che Wikipedia descrive come "five uninhabited islets and three barren rocks" - sarebbe, come al solito in questo paese, tragicocomico.
Anche il povero ristorantino giapponese sotto casa fa i conti con il nazionalismo imperante, e sopra alle insegne ha disposto bandiere rosse cinesi e scritte di chiara ispirazione nazionalista, un po' per imposizione e un po' anche per evitare guai, che non si sa mai.
Le scritte recitano due slogan: "Le isole Diaoyu sono cinesi!" e "La gente e' cinese, i cuori sono cinesi!' facendo chiaro riferimento alla nazionalita' dei gestori del ristorante, a beneficio della potenziale clientela. Mentre nulla si dice riguardo alla nazionalita' del pesce servito.
Il Seven-Eleven di fianco, per non essere da meno in termini di amor patrio, ha esposto sopra la porta d'ingresso una bandiera cinese.
Per il resto, la vita continua e per la gente normale il problema rimane ancora una volta il traffico, la cui situazione e' notevolmente aggravata dai blocchi stradali di cui sopra.
Anche il povero ristorantino giapponese sotto casa fa i conti con il nazionalismo imperante, e sopra alle insegne ha disposto bandiere rosse cinesi e scritte di chiara ispirazione nazionalista, un po' per imposizione e un po' anche per evitare guai, che non si sa mai.
Le scritte recitano due slogan: "Le isole Diaoyu sono cinesi!" e "La gente e' cinese, i cuori sono cinesi!' facendo chiaro riferimento alla nazionalita' dei gestori del ristorante, a beneficio della potenziale clientela. Mentre nulla si dice riguardo alla nazionalita' del pesce servito.
Il Seven-Eleven di fianco, per non essere da meno in termini di amor patrio, ha esposto sopra la porta d'ingresso una bandiera cinese.
Per il resto, la vita continua e per la gente normale il problema rimane ancora una volta il traffico, la cui situazione e' notevolmente aggravata dai blocchi stradali di cui sopra.
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