Lezioni yoga online

Tuesday, 31 January 2012

eBook o non eBook? Questo e' il problema

Proprio dopo aver comprato un suo libro sul Kindle Store di Amazon, trovo oggi un commento di J. Franzen sugli eBook. E a lui proprio non piacciono.
Sebbene io condivida al 100% il suo piacere per la carta stampata, c'e' da dire che ci sono numerosi controcommenti che subito saltano alla mente.
Ad esempio, se lui e' cosi' contrario, com'e' che i suoi libri si trovano comunque in versione elettronica? Strapotere delle case editrici o scelte consapevoli di chi fa lo scrittore non solo per piacere artistico ma anche per guadagno? Di certo se un libro e' disponibile anche in versione elettronica, il numero dei lettori aumenta: non tutti hanno il tempo di andare in libreria e/o non tutti hanno la pazienza di aspettare giorni, a volte settimane, per vedersi recapitare un libro a casa.
Inoltre, e' vero che il mio Kindle potrebbe cadermi domani nella vasca da bagno, ma non per quello perderei i libri che ho acquistato e che comunque sono immagazzinati in diversi altri marchingegni, per non dire nel mio account Amazon. E' piu' probabile che i miei libri in versione cartacea vadano tutti o in parte persi la prossima volta che decido di traslocare!
E poi, predilige DAVVERO le edizioni tascabili dei libri? Certo, costano meno, sono piu' comode, meno pesanti e ingombranti da trasportare in borsa ma... ricordo ancora quando da bambina guardavo affascinata a casa della mia amica D un'edizione di Don Quixote splendidamente rilegata in cuoio, con il titolo inciso a lettere dorate... Per carita', io stessa compro paperback ed edizioni tascabili a iosa per ovvi motivi economici e di spazio. Ma non e' una scelta, come dire, libera.
Insomma, non e' che Franzen ha commentato tanto per commentare?

Sunday, 29 January 2012

Nijinsky

La tomba di Nijinsky a Parigi

E' il titolo del balletto portato in scena qualche sera fa dalla compagnia di Amburgo, con la direzione aritistica di John Neumeier, al Grand National Theatre di Pechino. Neumeier e' un appassionato di Vaslav Nijinsky e gli ha dedicato una coreografia di piu' di due ore, in cui racconta ormai da anni la vita di questo ballerino ucraino di inizio Novecento.
Alla fine dello spettacolo, non ho potuto che condividere la sua passione e farla mia.
Nijinsky e' stato un innovatore del balletto classico, un genio compreso ed incompreso allo stesso tempo, un uomo dalla vita artistica piena di alti e bassi e dalla vita privata altrettanto altalenante. Un Picasso del palcoscenico. La relazione sentimentale e professionale con il grande impresario Diaghilev , il suo matrimonio quasi di ripiego con l'aristocratica Romola, i complessi legami con la famiglia di origine, la sua malattia mentale che lo sottrae troppo presto alla gioia dell'esibirsi che lo faceva sentire Dio (soffre di schizofrenia catatonica)... tutto questo ed altri dettagli ancora vengono portati in scena da Neumeier e da un cast che - da vera profana - ho trovato eccezionale.
Mi sono pentita di non essere tornata a rivedere la seconda performance la sera successiva, per cogliere altri dettagli, per saperne di piu'. Ho letto molto di quanto il web dedica allo spettacolo e a Nijinsky. Non ho resistito alla tentazione di comprare un libro su Diaghilev, ordinarne un altro che sara' disponibile da maggio su Nijinsky e non e' detto che a fine giornata non me ne procuri un terzo. Ecco, questo e' quanto mi e' piaciuto il Nijinsky di Neumeier.

Saturday, 28 January 2012

Concordia della discordia



Qualche giorno fa ho postato sul "disastro Costa Concordia". Oggi ci ri-posto, dopo che P ha attirato la mia attenzione su un articolo comparso sul Der Spiegel Online in data 23 gennaio. L'articolo parla di Costa Concordia e di come il suo capitano, Schettino, sia un po' il simbolo dell'italiano stereotipato. Piacione, preoccupato solo della "bella figura", ma in realta' incapace.
E subito si scatenano le proteste, dei giornali italiani e dell'Ambasciatore italiano in Germania.
Basterebbe andare oltre il cappello del peraltro breve intervento di un giornalista abbastanza sconosciuto che tiene una rubrica dal titolo (che e' tutto un programma) di Schwarze Kanal su Der Spiegel Online, per capire che il pezzo lancia un discorso provocatorio per arrivare a dire che non si possono legare paesi culturalmente ed economicamente diversi solo tramite la volonta' politica e il medium di una valuta unica. Espediente letterario per attirare l'attenzione di tutti: la Costa Concordia e il suo naufragio, che tiene banco da giorni e giorni e non solo in Italia. E il giornalista ci ricorda che mentre stiamo tutti a parlare di Schettino&Co., la crisi economica continua il suo corso...
Il pezzo e' scritto malissimo, senza nessi logici. O il giornalista era di fretta o ha dovuto tagliare parecchio per restare nello spazio della sua rubrichetta. Comunque se era in cerca di un minuto o due di notorieta', ha trovato molti pesci pronti ad abboccare al suo amo. E quindi ecco i titoloni in prima pagina su Auschwitz, non a caso nel Giorno della Memoria.
Non voglio sminuire la situazione, ma credo che la migliore controffensiva sarebbe stata non dare peso alcuno a questo pezzo di dubbia capacita' logico-espressivo. E poi si sa, quella testata non e' mica pro- Italia. Ma ogni tanto, il silenzio e' davvero d'oro.

Thursday, 26 January 2012

La Repubblica vs Il Corriere della Sera

Lo ammetto. Quando leggo un giornale, anche uno "serio" come un quotidiano, una delle prime cose su cui mi casca l'occhio e' l'oroscopo. Anzi: non e' vero che mi ci casca l'occhio, lo cerco proprio. E sono contenta quando leggo che sara' una giornata fantastica, e che sono la persona piu' affascinante del rione, e che la Luna e' nel mio segno mentre Saturno e' andato ad insidiare quelli dei Gemelli.
La Repubblica, che leggevo nella versione online per comodita', senza troppo amarne la veste editoriale e lo spessore dei contenuti, aveva un oroscopo comunque amichevole. Da inizio anno, nuova veste. Vuoi vedere che tempo fa? Registrati. Chi se ne frega, io ho Yahoo Widget sul desktop e delle previsioni meteo di La Repubblica faccio a meno. Vuoi scegliere il tuo segno zodiacale e vederne le previsioni? Registrati... ma perche' devo registrarmi? Perche' devo lasciare per l'ennesima volta i miei dati su un sito web e solo per il piacere del tutto passeggero e irrazionale di leggermi due righe di oroscopo? Allora no, grazie. Da domani, passo a Il Corriere della Sera. 

Tuesday, 24 January 2012

Alfredo, Alfredo (1972)


Carla Gravina


Mi e' venuta voglia di vederlo sentendo un programma alla radio pochi giorni fa in cui il conduttore chiedeva ai radiospettatori di dire cosa c'e' di piu' odioso nel rapporto con il partner. Per lanciare il tema, citava una scena del film Alfredo, Alfredo: il protagonista (Dustin Hoffmann) fa un sogno premonitore, in cui la futura moglie (Stefania Sandrelli) lo chiama al telefono e gli chiede con voce mielosa come spesso nella realta' "dove sei? cosa fai?" e lui, in effetti seduto sulla tazza del cesso, risponde "Sono seduto sul cesso, sto facendo la cacca!"
Il film e' molto gradevole. Hoffmann fa la parte di un giovane sui trent'anni scapolo e un po' imbranato, che si innamora perdutamente di questa donna bellissima e un po' folle che, subito dopo il matrimonio, folle lo diventa totalmente, fino a far precipitare la situazione matrimoniale. Fino a quando non compare sulla scena una donna totalmente diversa, sorridente e indipendente, Carolina (Carla Gravina), che bacia in maniera talmente normale da essere speciale e che ha orgasmi contenuti che non svegliano l'intero vicinato.
Il film, del 1972, tocca quindi il tema del divorzio, in Italia novita' assoluta introdotta nel 1970. Il film e' chiaramente a favore - e lo spettatore, date le circostanze, non puo' che in questo caso essere d'accordo - anche se alla fine al matrimonio si torna. Va detto pero' che l' "indecisionismo" come credo di vita di Alfredo non suscita poi una simpatia piena e convinta nel principale personaggio maschile della sceneggiatura. In quanto a bellezza, la Gravina ha poco da invidiare alla Sandrelli. Donne diverse, ma dai volti bellissimi e con corpi statuari che fanno impallidire le protagoniste delle pagine web dedicate alla moda o al gossip di oggi.
Una commedia all'italiana di qualita', che si e' meritata il David di Donatello nel 1973 come miglior film.

Sunday, 22 January 2012

Emergenza... emergenza un corno

Ho dovuto in questi giorni riflettere sul significato della parola emergenza. Il mio nuovo capo-ufficio ha dichiarato che eravamo in stato di "emergenza". Troppe pratiche da trattare in una sezione, per cui era richiesto il supporto della mia sezione per completare i lavori in tempi utili.


Ora, il Sabatini Coletti riporta i seguenti significati di EMERGENZA:

  • 1 Circostanza, difficoltà imprevista
  • 2 Situazione critica, di grave pericolo: stato di e.
  • 3 non com. Ciò che emerge, sporge
  • • sec. XVII

    Escludo che il mio capo-ufficio stesse utilizzando il significato n.2 poiche' nessuno era in pericolo (a meno che non parlasse della situazione di grave pericolo della sua poltrona). 
    All'inizio, pensavo la intendesse col significato n. 1. Ma quando ho avuto modo di valutare le circostanze di persona, ho capito che neppure quello poteva essere vero: in questo periodo dell'anno, le pratiche sono sempre di numero consistente percio' la difficolta' non era per niente imprevista; in questo periodo dell'anno, ne discende che non e' comprensibile che meta' della sezione preposta a trattare quel tipo di pratica fosse in ferie. Piu' che emergenza, si dovrebbe parlare di scarsa capacita' di gestione delle risorse umane.

    Ma certo, rimane sempre il significato n.3. In effetti, le pile di pratiche emergevano assai.

Friday, 20 January 2012

Donne&Disastri




Se dietro ad ogni grande uomo c'e' sempre (o quasi) una grande donna, forse e' vero che dietro a (molti) grandi disastri c'e' pure una donna. Non a caso chi dice donna dice danno e bacco tabacco e venere riducono l'uomo in cenere - o almeno cosi' vorrebbe la saggezza popolare.
Lo sa bene il capitano della Costa Concordia, naufragata miseramente in probabilmente 20cm di acqua da tanto era vicina alla costa. Sempre che sia vero che la bionda 25enne moldava fosse accanto a lui mentre faceva finta di pilotare la nave, o forse, chissa', voleva darle prova di quanto era abile a farlo... how to impress a lady.
Il Capitano Schettino avrebbe quindi dimenticato per un attimo la storia di Adamo&Eva, o quella di Elena di Troia, o il Ratto delle Sabine o la mia adorata Anna Bolena (anche se Enrico VIII tutto sommato era gia' un po' picchiatello di suo). O semplicemente guardate il ruolo delle donne nell'ultimo Governo Berlusconi.
Il Capitano avrebbe dovuto leggere di piu' la Bibbia o le tragedie greche o badare di piu' alla storia recente del suo paese mentre era alla guida del paese... ops, della nave.

Tuesday, 17 January 2012

Bon Ton della Metropolitana





Dove: Pechino (in altre citta' funziona diversamente)
Linea: la 10 (non solo perche' e' quella che prendo piu' spesso, ma anche perche' linea che vai, regole che trovi)

Fai la fila in maniera apparentemente ordinata seguendo le frecce e rispetti in maniera abbastanza rigorosa il principio che prima lasci scendere, poi sali tu. Non vale nelle ore di punta, dove vince il principio del mors tua vita mea, che e' il principio base  in vigore sulle linee 1 e 2.

Le carrozze hanno seggiolini sotto i finestrini in numero variabile, rivolti verso i finestrini opposti. Alcune carrozze hanno ampi spazi vuoti per eventuali carrozzine di disabili. I posti vengono occupati con il principio del chi si ferma e' perduto.
Linea 1
Nelle ore di punta, la carrozza non e' mai piena. Potrebbe sembrare piena a voi, laowai di passaggio, ma vige il principio dell'aggiungi un posto a tavola. Andando in metropolitana, vi accorgerete che lo spazio non c'e', si crea.

Le attivita' in carrozza sono fra le piu' varie. Dormire e' sicuramente l'attivita' prevalente. Lo si puo' fare da seduti o da in piedi, a seconda della disponibilita' o delle preferenze. Mandare messaggi col cellulare e leggere libri o riviste e' ammesso. Nelle ore di punta e' ammesso sbirciare il cellulare o il giornale di chi ci sta davanti. Una ragazza l'altro giorno leggeva di storie vissute sul come si raggiunge o non si raggiunge l'orgasmo. In pratica, essendo quasi tutti impegnati a dormire, mandar sms o leggere, non esiste il problema di "fissare" chi ci sta di fronte, sicuramente un capitolo del galateo di altre metropolitane nel mondo.

Di tanto in tanto, parte uno strano inframmezzo musicale. Non spaventatevi. Sono di solito un paio di mendicanti (vanno a coppie), uno dei due canta con un moderno microfono con funzione karaoke per raccogliere i soldi. Se non vi piace la musica offerta, potete comunque donare per il secondo della coppia, normalmente invalidato in maniera significativa e appariscente. Come in tutte le metro del mondo, la maggior parte dei viaggiatori finge di non vedere e/o sentire, si scosta, qualcuno dona. La mia domanda e': quindi il mendicare e' ammesso dal Governo? Se no questi come ci scendono in metropolitana e come salgono sui vagoni?

Per scendere basta fare il contrario di quello che si e' fatto salendo: ci si pone al centro, e si scende con aria fiera e di superiorita', consapevoli di avere la precedenza su chi sale. Nelle ore di punta, ci si prepara anche chiedendo a chi sta davanti "Scusi, scende?". Si guadagna la porta prima che il veicolo si fermi, a mo' di  cubo di Rubrick. Sulle linee 1 e 2 vige invece l'eruzione vulcanica. La lava che sta dietro si agitera' fino a letteralmente far saltare chi sta davanti, che nello stesso tempo dovra' lottare con chi sale per non essere risospinto all'interno della carrozza.

Non crediate che sia finita qui, non e' sempre vero. L'altro giorno la ragazza che leggeva di orgasmi mi ha inseguito fuori dalla carrozza per spiegarmi che in metro non dovrei utilizzare l'espressione "ni you wenti ma?" (hai problemi?) neppure se mi spingono in maniera selvaggia e facendomi male (come era stato il caso). Mi ha spiegato che in metro "non vige il principio della cavalleria"....


Monday, 16 January 2012

Necrologi letterari

E' morto Carlo Fruttero. L'ultimo della premiata ditta Fruttero&Lucentini. A me suscita memorie d'infanzia non indifferenti. Un libro con il dorso della copertina giallo, LA DONNA DELLA DOMENICA, la' in cima sull'ultimo scaffale di quella che in casa chiamavamo la "libreria piccola". Probabilmente uno degli acquisti di mia madre quando era ancora iscritta ad uno di quei club tipo Club degli Editori che continuo' a mandarci la pubblicita' per anni.


La mia curiosita' mai appagata fino all'adolescenza perche' dal titolo (donna, domenica) pensavo fosse uno dei racconti - ma in versione estesa - stile quelli che mia nonna leggeva su Confidenze. E poi la sorpresa di scoprire che Fruttero Lucentini erano due autori e non uno - come Casati Modignani - e il libro un giallo di tutto rispetto.
Mi sono spesso chiesta come si fa a scrivere un libro a 4 mani. E a scriverlo bene. Adesso non sara' certo Fruttero a togliermi questa curiosita'.

Tuesday, 10 January 2012

Gender issues: donne - pilota



Rimango perplessa stamattina nel leggere su La Repubblica online "Due donne pilota svengono in volo", poi ripreso nel testo dell'articolo con "la donna pilota ai comandi" e piu' in la' "entrambe le donne ai comandi".
Qual e' la notizia? Che entrambi i piloti si siano sentiti male nello stesso momento e si sia dovuta attivare una procedura di emergenza o che i piloti fossero donne e - ma guarda un po' - si sono sentite male (implicazione: forse fossero stati uomini non sarebbe successo nulla)?
La lingua italiana consente di dire "la pilota", senza dover calcare la mano sul fatto che sia "donna": lo si capisce. Questione di articoli, desinenze, accordi. Sarebbe stato meglio che l'articolo dicesse perche' i piloti si sono sentiti male. Cosi' sembra si siano sentiti male perche' donne. Questioni ovariche?

Monday, 9 January 2012

Bon ton da spogliatoio






 Da diverse fonti, ho visto parlare del galateo da spogliatoio e fra le varie cose cui bisognerebbe fare attenzione, c'e' l'eccessiva ostentazione della nudita'. Che e' fastidiosa, ammettiamolo. Anche perche' purtroppo non sempre cio' che viene ostentato e' degno di nota... anzi: decisamente meglio coprire.
Se questo aspetto mi sembrava essere fastidioso, sono passata a pensare che era ben piu' fastidioso quando le mamme si portano i figli (maschi) nello spogliatoio femminile. Mandateli col papa'. E gia', "ma il papa' non viene in piscina, lavora". E gia', il papa' viene si' in piscina, ma "e' imbranato e non riuscirebbe a fare lo shampoo al piccolo o a rimettergli le mutande dal verso giusto"....
Se questo aspetto mi sembrava molto fastidioso, ho concluso che vedersi una in spogliatoio con la maschera di bellezza a fogli, che si screpola a mo' di bende di mummia,  e' la cosa piu' fastidiosa di tutte. Si', perche' prima di tutto si rischia l'infarto prima di rendersi conto che e' solo una maschera. E poi perche' e' talmente raccapricciante che viene da "fissare" e "fissare" e' cattiva educazione. Ma la maschera, signore belle, fatevela a casa, o andate in un centro beauty. Li' sono abituati. Nello spogliatoio, spogliatevi e rivestitevi. Nient'altro.

Sunday, 8 January 2012

Sleeping Beauty

Stasera sono stata a Teatro, il magnifico Teatro dell'Opera di fianco a Piazza Tiananmen. Balletto del Cremlino, con "Sleeping Beauty" - o meglio, come riportato su brochure e materiale informativo-pubblicitario "The Sleepttitng Beauty". Che vergogna, ma ormai il China Daily ha consacrato il Chinenglish e di conseguenza, temo, anche gli errori di ortografia piu' beceri.
Meraviglioso spettacolo, pieno di colori, gioia, sentimenti positivi, il bene che vince sempre sul male.
E mentre lo seguivo, mi sarebbe piaciuto farne una ballata alla Dire Straits.
And the Princess asks the Queen "Ehi, Ma'... how do I choose the Right One?" And the Queen goes: "Dance, baby, dance and the one who follows your steps is the One" 

Ma diciamoci la verita', fin dall'abbigliamento (colori pastello decisamente poco virili) si capisce che il fortunato non puo' essere tra i 4 pretendenti. E allora la principessa dice "no, grazie" e preferisce pungersi con il fuso. Il principe si presenta qualche scena piu' in la', in calzamaglia bianca, che per quanto sia una scelta discutibile al primo appuntamento, permette di verificare che la dotazione d'ordinanza anteriore e posteriore sia tutta in ordine.
E cosi' ecco le nozze, cui partecipano il Gatto con gli Stivali, l'Uccello Azzurro, Cenerentola e perfino Cappuccetto Rosso con il Lupo Cattivo.
E vissero felici e contenti.

Friday, 6 January 2012

Zafferano. Buono da .... morire




Mentre di solito Yahoo! e' una fonte pressoche' inesuaribile di bufale, notizie-non-notizie e stupidaggini senza confine (ma che, lo ammetto, sono spunto imprescindibile per molte delle mie pensate notturne), oggi ho trovato un articoletto interessante che mette in guardia il lettore dalle spezie e altri prodotti comunemente usati nelle nostre cucine. In pratica, ci dice di stare attenti alle dosi perche' un pizzico puo' insaporire e addirittura fare bene, mentre un pizzico di troppo puo' fare male. Anche molto male.
Quasi tre anni fa, ho preparato un bel risotto allo zafferano, con della polvere che avevo comprato in un grosso sacchetto in Indonesia. Forse non ci rendiamo conto di quanto poco zafferano sia contenuto nelle bustine monodose che si comprano al supermercato. Quella notte, la ricordo come una delle peggiori della mia vita. Nausea e vomito a ripetizione, crampi allo stomaco, per poi arrivare ai dolori ossei e muscolari al mattino e alla piu' completa delle disidratazioni. Non riuscivo a reggermi in piedi e per arrivare alla cucina dovetti fare il percorso carponi sul pavimento. Sapevo che l'odore di zafferano che aleggiava nell'aria ancora dalla sera prima era causa di nausea e appena mi rimisi, feci una ricerca sui possibili effetti nocivi dello zafferano. Scoprii che 


Se risulta addirittura letale la dose di 20 g, 5 grammi possono essere già responsabili di disturbi della coagulazione, con emorragie dalle mucose del tubo digerente e dell' apparato uro-genitale, mentre a livello epatico possono determinare ittero. In gravidanza, invece, una dose di 10 g di zafferano è sufficiente a causare l' aborto. Il consiglio, quindi, è di utilizzare la pianta solo a scopo culinario e di non superare la dose di 1,5 g al giorno


Ecco perche', mi spiego' una collega, in Cina lo si trova, ma solo nelle  farmacie di medicina tradizionale!
Stasera forse, dopo 3 anni di astinenza, riprovo a usare lo zafferano... ma con la bustina monodose del Conad!

Wednesday, 4 January 2012

Che caspita significa CAUCUS



Questa parola di origine incerta viene ripetutamente usata sulle pagine dei nostri maggiori quotidiani. Sulle prime tra l'altro mi chiedevo che c'entrasse il cous-cous con le elezioni in America. Poi ho notato che i miei occhi mi stavano ingannando.
La ricerca etimologica del termine e' molto interessante e complessa, ma prende ben piu' dei quotidiani 10-15 minuti che dedico al mio blog. Allo stesso tempo, anche la spiegazione del termine e' tutt'altro che semplice, specie se non si e' americani e quindi non si ha nessuna idea di cosa possa stare ad indicare. Proprio perche' e' un termine fortemente collegato alla tradizione politica nord-americana, nessuno osa tradurlo in italiano, per paura di creare false immagini. Per evitare il problema, allora anche il giornalista piu' raffinato lascia la parola cosi' com'e'. E non credo che sia perche' - appunto - non c'e' un termine esattamente equipollente in italiano. Ormai sono convinta che si tratti solo di pigrizia mentale. Sarebbe troppo lungo spiegare cosa e' un caucus, senza risultare approssimativi o senza togliere spazio ad altro, tipo la pubblicita' - di cui pure i giornali campano.
Scommetto che piu' della meta' dei lettori si terranno il loro dubbio, almeno fino alle prossime elezioni!

Tuesday, 3 January 2012

Sono stanca ....


 

... di Elisabetta Canalis. Si', e' assurdo avercela per una persona che neanche si - o ci - conosce. Ma sia chiaro, io non ce l'ho ne' con i suoi fidanzamenti da prima pagina (e comunque, rimango dell'idea che l'uomo per lei era Vieri) ne' con le sue performance italo-americane. Anzi, a dire il vero io non ce l'avrei neppure in nota.
Se non fosse che, da qualche tempo, non posso aprire nessuna pagina di Yahoo senza che mi parta in automatico una voce associata ad un video promozionale che recita "Che prodotto sorprendente usa Elisabetta Canalis per avere capelli visibilmente sani e belli settimana dopo settimana?" Ecco, ormai lo so pure a memoria. Basta, non mi interessa, sono stanca di Elisabetta Canalis e pure dei suo capelli. Toglietemela di torno!

Monday, 2 January 2012

1Q84

Image of 1Q84L'abbiamo aspettato con ansia, chi prenotandolo in libreria, chi su qualche online store, con settimane di anticipo.
"L'abbiamo chi"? ma si', noi, i fan di Murakami sparsi in tutto il mondo, che incapaci di leggerlo in lingua originale scalpitavamo per averne l'edizione americana o inglese o italiana. E loro per pubblicare aspettavano che lui avesse dato alle stampe tutti e 3 i volumi in giapponese.
E cosi', finalmente, eccolo anche sullo scaffale in casa mia, questo oggetto del desiderio.
Lo avevano venduto come il suo capolavoro, in qualche modo l'apice della sua carriera o forse il suo ritorno alla grande. Eppure lascia perplessi. Non e' questione di lunghezza come sostengono alcuni  (anche se 925 pagine in un'unica soluzione sono comunque tante), ma del fatto che lui, Murakami, non ci ha mai abitutati alle spiegazioni. Ci ha sempre travolti come un treno in corsa nell'intreccio della sua surrealita', a tal punto che se qualcuno come e' successo mi chiede "ma di che parla il libro XXX di Murakami?" io mica lo so raccontare. So solo che sono sempre universi e mondi paralleli, canali comunicanti, in cui gli intrecci si confondono. Ma non questa volta. Questa volta e' come se l'autore avesse creato un romanzo apposta per spiegare ai suoi lettori come lui pensa. E quindi e' romanzo ma anche teoria. Ci spiega lentamente, passo a passo, come si  costruisce il suo romanzo, come si entra e si esce dai mondi, come la letteratura crea la realta' e come sia difficile dare forma al concetto di realta'. E' una specie di "Murakami for Dummies".
Ha un suo fascino, nella lentezza del ritmo narrativo, nelle ripetizioni (penso necessarie nell'originale perche' pubblicato in tre tornate), nel fatto che piu' ne leggi piu' si allunga ma di certo non e' il capolavoro che ci aspettavamo. Che mi aspettavo.