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Friday, 1 August 2014

Armadale - ovvero, il padre di The Luminaries


A cosa assomiglia The Luminaries, vincitore del Man Booker Prize 2013?
Dopo aver letto Armadale, il collegamento tra il contemporaneo capolavoro di Elizabeth Catton e il tardo ottocentesco capolavoro di Wilkie Collins e' evidente.

Armadale, con le sue ottocento pagine, e' il romanzo piu' lungo del felice quartetto di Collins; la trama e' complessa, i personaggi mai di un colore solo, scienza-religione-cabala si intrecciano, si incontrano, a volte si scontrano sullo sfondo della societa' inglese vittoriana. La Catton trasporta tutto in Nuova Zelanda, compresa la dimensione esoterica, ma la ricetta rimane quella, vincente, del vecchio Collins.

Se Lydia Gwilt e' una donna dal fascino quasi magico, bigama, ladra e assassina, e' anche una donna maltrattata fin dalla prima infanzia, infelice, ma ancora capace di amare - ancorche' l'odio a volte prevalga.
Anche la protagonista femminile del romanzo della Catton ha gli stessi difetti e la stessa avvenenza che la fa desiderare da tutti, le stesse colpe, compresa la dipendenza dagli oppiacei - Lydia fa uso di laudano.
 L'autore non sembra mai giudicare i suoi personaggi per le azioni presenti o del passato, ma li fa splendere nelle loro qualita' e nei loro difetti, come esseri umani. Ha la stessa compassione per Lydia e per Midwinter che ha per l'ingenuo Armadale e il vecchio Bashwood.
Gioca con i nomi, alla pari del suo buon amico Dickens - Gwilt, Oldershaw, Ozias Midwinter e finisce con il creare ben 4 personaggi con il nome Allan Armadale. Anche l'imbroglio che e' alla base del bestseller della Catton e' possibile solo grazie ad una (presunta) omonimia tra personaggi.

Collins studia le donne, i loro comportamenti, li dipinge attraverso gli sguardi degli uomini dell'epoca - avvocati, medici, innamorati, le donne stesse. Si immedesima in loro, con risultati sorprendenti: ora in Lydia ora nella vecchia Oldershaw, lanciandosi in una corrispondenza che ha il sapore di una singolar tenzone tra le due e riproducendo il diario di Lydia, che per un lungo tratto sostituisce in tutto e per tutto la narrazione.
Anche in The Luminaries la corrispondenza tra personaggi ha un ruolo molto importante.
Il risultato? Un noir avvincente, dal ritmo sostenuto, in cui succede sempre qualcosa. Un affresco dell'umanita', a tratti umoristico, a tratti avvilente. Un esempio di ricerca e studio - Collins visita i luoghi che descrive, studia le pratiche medico-scientifiche che introduce. Una scrittura lucida e piacevole.
Tanto che il premio a The Luminaries e' quasi un tributo ad Armadale.


Sunday, 27 November 2011

Marriage. In Literature.



Jane Austen (1775-1817)
Wilkie Collins (1824 - 1889)



"Marriage shouldn't be driven by thoughts of money". That is what Jane Bennett says to her sister Elizabeth after meeting young Mr. Bingley in Pride and Prejudice by Jane Austen.





























But Wilkie Collins thought it differently. Let's forgive him: he was a man, and was writing misteries, not romance.
"The woman I fixed my eye on was the woman who kept house for me at my cottage (...) Selina, being a single woman, made me pay so much a week for her board and services. Selina, being my wife,  couldn't charge for her board, and would have to give me  her services for nothing, That was the point of view I looked at it from. Economy - with a dash of love. (...)
How it was I don't understand, but we always seemed to be getting, with the best of motives in one another's way. When I wanted to go upstairs, there was my wife coming down; or when my wife wanted to go down, there I was coming up. That is married life, according to my experience of it.
After five years of misunderstandings on the stairs, it pleased an All-Wise Providence to relieve us of each other  by taking my wife.( ...)" (from The Moonstone)
So much for the joys of marriage. But that's just literature...is it not?