Di Due Vite abbiamo sentito molto parlare - fin dall'inizio dell'avventura che è il Premio Strega - come uno dei probabili vincitori. L'altra favorita, Teresa Ciabatti, si è persa per strada, con buona pace di tutti, prima della cinquina. Lui, invece, accompagnato dal sostegno di Francesco Piccolo, ce l'ha fatta.
Meglio comunque partire dai fatti. E cioè che, leggendo la sinossi, non mi sarei mai avvicinata a questo libro. Non conosco Trevi come autore e non sarei certo partita da qui, se non fosse stato per il Premio Strega. Le storie personali, troppo personali, non mi interessano.
In questo libro (non un romanzo, ma non lo e' neanche Il Pane Perduto di Edith Bruck, anche lei in cinquina) Trevi prende le vite di due amici, due letterati, intellettuali e scrittori come lui: Rocco Carbone e Pia Pera. E da' loro nuova vita, ne perpetua il ricordo, attraverso le sue memorie, concentrandosi in particolare sulla loro visione della scrittura.
Il libro si legge in un soffio: ha il dono della sintesi e lo stile non lascia indifferenti.
Eppure una volta chiuso, il primo pensiero non è andato alla recensione che ne avrei scritto o a quello che l'autore aveva voluto comunicare. Cosa leggo dopo? mi sono chiesta. E freneticamente la mente scartabellava fra i titoli nel mio Kindle, per l'urgenza di trovare una lettura con cui correre ai ripari. Recuperare il tempo perso. Dimenticare questa parentesi, non brutta, ma... vuota.
Sì, perché mi è parso di avere perso tempo. Non ho ricavato nulla da questo libro - e se non fosse un impegno preso con me stessa, non avrei neppure voluto scrivere queste poche righe. Men che meno ho la curiosità di andare a leggere Carbone e Pera, senza voler per questo mancare di rispetto ai tre amici.
Due Vite di Emanuele Trevi, edito da Neri Pozza |
No, per me non merita il Premio Strega, non ha la levatura della grande letteratura, la capacità di coinvolgere che credo essenziale in un libro che si candida a rappresentare la letteratura italiana dell'ultimo anno. Nella cinquina ci sono almeno due libri che meriterebbero di più la vittoria.
Staremo a vedere. Il Premio ha una sua logica che a noi lettori, a volte, non è dato capire né condividere.
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