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Sunday, 27 June 2021

Premi Nobel: Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro

Klara and the Sun (Klara e il Sole, ed. Einaudi) è l'ultimo romanzo di Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la letteratura, autore di opere come Never Let Me Go (Non lasciarmi) e The Remains of the Day (Quel che resta del giorno). Il premio Nobel gli è stato conferito nel 2017 

"perché, nei suoi romanzi di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo".

La Klara del titolo è un robot, un AF (Artificial Friend) - non di ultimissima generazione, ma particolarmente dotata in termini di profondità di osservazione e comprensione delle emozioni umane. Un giorno viene scelta in negozio dalla quattordicenne Josie per essere la sua compagna, per traghettarla attraverso la solitudine dell'adolescenza. La sua capacità di imitarne la camminata,  convince anche la Madre di Josie a completare l'acquisto.

E a poco a poco, si rivelano i pezzi di un mondo post-industriale, inquietante proprio perché il punto di vista della voce narrante - Klara - si concentra solo su ciò che vede ed è programmata a vedere. Al lettore rimane l'(in)carico di connettere i puntini, immaginando cosa possa essere successo in un mondo in cui i robot sono integrati in una società in cui la solitudine è padrona, i ragazzi non si incontrano per giocare, ma in meeting che dovrebbero insegnargli a relazionarsi, poiché ormai tutto il mondo delle relazioni avviene online. E' un mondo inquietante, misterioso, mosso dall'industria genetica, che fa pensare - forse poiché non sembra cosi' lontano dal nostro.

Gli occhi robotici di Klara filtrano per il lettore le relazioni fra le persone: fra gli adulti, fra i ragazzi, fra le coppie. Ne osserviamo il cuore, che forse è quel pezzo che manca a Klara per essere umana - la sua compassione, la sua fede nel Sole come sorgente di vita imperscrutabile sembrano però indicare che, in certi momenti, lei sarebbe un essere umano migliore di molti esseri dotati di cuore. E quindi il cuore non è solo un organo, ma qualcosa di più profondo. 

Tornano temi cari a Ishiguro:  l'attrazione per l'intelligenza artificiale già presente in Never Let Me Go; la solitudine, quell'essere ognuno rinchiuso nel suo spazio (più uno spazio mentale che fisico). Un tema che, anche quando non esplicitato, risuona fra le righe avvolgendo la narrazione in una pellicola malinconica che è la cifra stilistica di Kazuo Ishiguro.

Klara e il Sole è uno di quei libri che suscitano perplessità, perché l'autore stesso sembra essere mosso da una incertezza (a dire il vero anche nella costruzione di alcuni dialoghi) che non era presente nei suoi altri libri. Ma ugualmente, anche dopo averlo chiuso, si rimane a pensarci. La voce narrante è quella, in prima persona, di Klara, che ha solo le sue robotiche certezze. E potrebbe essere la stessa incertezza che domina il nostro presente. Poiché lo capiremo - forse - solo domani, cercando di mettere in ordine i ricordi.  

Si rimane a pensare a quel mondo, chiedendosi quanto sia solo di fantasia. Si torna a pensare a Klara, la cui voce non si spegne con la fine del libro; al suo sacrificio, alla sua ingenuità che fa da lente di osservazione per cercare di capire il mondo di Josie e Ricky, e di tutti i personaggi che gli ruotano intorno. 

E' un libro che parla alla sensibilità di molti, ma che molti non perdoneranno, per non essere all'altezza dei precedenti di Ishiguro.

Klara and the Sun, una delle tante copertine


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