Sono andata a vedere Il Lago dei Cigni, al Grand National Theatre di Pechino, portato in scena dal Balletto Nazionale di Cuba, "uno dei dieci migliori corpi di ballo al mondo" annuncia il Vice Sindaco di Pechino. Io non lo so, ma certo e' che ai cinesi cio' che non e' inserito in una qualche classifica non piace.
Dunque, il balletto e' stato davvero molto bello. I ballerini bravissimi, specie la prima ballerina Odette/Odile, che lascia senza fiato nella parte del Cigno Nero, ma anche tutti i Cigni; bella l'orchestra (soprattutto bello che ci fosse l'orchestra!).
Certo, per una che non e' esattamente esperta del settore, mi aspettavo quanto meno di assistere alla morte del cigno. Non tanto per quel gusto del tragico che ogni tanto qualcuno mi attribuisce, ma per il semplice fatto che Lago dei Cigni = Morte del Cigno. IL CIGNO HA DA MORI'.
E invece no. Stasera e' sopravvissuto. Con mio grande disappunto, il bene ha vinto sul male e quello scemo del principe nonostante il comportamento increscioso tenuto nei confronti di Odette la porta pure all'altare nelle sue sembianze umane. Diciamoci la verita', si meritava di sposare una gallina e non certo un (ex) cigno, quindi meglio la morte, per entrambi.
Va be', non e' successo. E anzi, sembra che il lieto fine fosse molto caro ai balletti sovietici e forse molto piu' in linea con lo spirito del Lago dei Cigni originario. E anzi, sembra proprio che il lieto fine sia ormai adottato piu' della tragedia un po' in tutto il mondo.
Che dire? Ma su 4 serate non e' che magari 1 almeno va a finire male?
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