Il romanzo di Alice Urciuolo racconta la quieta vita della provincia italiana. Ma come ogni provincia che si rispetti, sotto la quiete si agitano correnti di violenze, tradimenti, sesso e un uso smodato dei social.
I protagonisti sono un gruppo di ragazzi di Pontinia, in provincia di Latina, che passano insieme l'estate - una di quelle estati della vita dopo cui si può dire che nulla sarà più come prima. Romanzo YA, in cui non manca l'elemento (trendy) LGBT - messo lì un po' così, sparato nel mezzo alla bell'e meglio.
Non mi addentro maggiormente nella trama, che comunque "si fa leggere". Che è a metà tra il complimento e la critica. Perché in effetti, ci sono alcuni problemi di stile e di costruzione che non passano inosservati, a meno che - ed è un modo di leggere - non si lasci perdere tutto per godersi solo la storia.
La scelta del Narratore onnisciente. In Adorazione, sappiamo sempre cosa pensano i nostri protagonisti. E' una narrazione perfetta per Jane Austen, Charles Dickens, Alexandre Dumas - intendo dire che è stupendamente datata e va saputa gestire. Da una scrittrice contemporanea, giovane (classe 1994), semifinalista del Premio Strega e presentata dall'ottimo Daniele Mencarelli, ci si aspetta uno sforzo in più, maggiore modernità. Non basta infilarci Instagram. Anche perché Instagram rivela solo quello che si vuole rivelare, non il tutto che rivela la voce narrante qui.
E proprio ad Instagram vorrei accennare. Una delle protagoniste, Diana, lo usa per rimorchiare ragazzi. Che va bene - ma non benissimo se non giunge mai il messaggio che possa essere pericoloso. Diana è fortunata, incontra sempre brave persone, le va sempre bene. Beata lei. Non che ci sia bisogno di bacchettare, ma neanche di far credere che su Instagram e altri social sia un parco di divertimenti, in cui passi dall'altalena allo scivolo senza mai cadere e farti male.
Comunque, dice bene Giorgio nel libro: (...) non si matura solo perché ti capitano le disgrazie, non è una cosa così automatica (...) - e Diana ne è la riprova.
Infine, c'è troppo sesso. Dopo un po' viene da chiedersi se questi ragazzi avessero qualche altra attività sociale. Quello che stranisce ancor di più, è che i genitori non si accorgano mai di nulla. A Pontinia succede di tutto, e loro o fanno finta di nulla o non se ne accorgono proprio. Generazione più allo sbando dei figli.
Mi rendo conto però che che sto leggendo il libro con il distacco e la distanza della mia età. Come dice la bella Vanessa vedendo Claudio alla cassa del ristorante dove lavora per l'estate: Probabilmente aveva quarantatré', quarantacinque anni, ma molto ben portati (...) In pratica, decrepito 😂
Proprio per questo, in chiave Premio Strega, potrebbe essere un buon candidato per la sezione Giovani. Prende il loro punto di vista, ne racconta le vite, le ansie, gli amori, la scoperta di se stessi (sì, lo scrivo senza l'accento sulla e, come mi insegnavano ai miei tempi. Alice Urciuolo è figlia del suo tempo, e lo scrive con l'accento, come insegna la grammatica contemporanea).
Fatico invece a vedere questo romanzo un concorrente di livello per la Di Pietrantonio, che pure racconta la provincia italiana. Con Borgo Sud siamo decisamente ad altri livelli, un'altra penna (io la definisco la Elizabeth Strout italiana). Ma questa è un'altra storia.
Adorazione di Alice Urciuolo, edito da 66thand2nd |