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Friday, 3 February 2017

La Separazione del Maschio

Il protagonista del libro di Francesco Piccolo e' un innominato  maschio - voce narrante. E' un  malato, dipendente dal sesso, che da una parte nobilita la sua vita di continui tradimenti sessuali con la giustificazione dell’amore. Dall’altra, giustifica il comportamento compulsivo come parte dell’essere “maschio”, anzi, accostandovi l’aggettivo “meridionale” raggiunge l’apice dello stereotipo.
I suoi difetti e le sue colpe sono talmente evidenti e plateali da poter suscitare reazioni forti nelle lettrici. A dire il vero, ad una attenta lettura, non provoca rabbia proprio perche’ e’ un malato, punito  due volte nel corso della sua vita di marito felicemente fedifrago:
1)  e’ padre di una figlia - con la quale ha dialoghi che lo mettono duramente allo specchio - e, ironia della sorte,
2) la moglie Teresa lo lascia non a causa dei tradimenti di cui e’, almeno in apparenza, ignara ma perche’ capisce di non amarlo piu’, dopo averlo a sua volta tradito.
L'innominato personaggio e’ cosi' colpito ed affondato.

Piccolo crea un fortissimo distacco tra se’ e l'io narrante, nonostante l’uso della prima persona. Lo fa con l’utilizzo esagerato del campo semantico sessuale. Delle ripetizioni di parole afferenti al sesso si perde il conto. Dopo un po’ si leggono come se fossero punteggiatura, da tanto il protagonista ne e’ ossessionato. Crea distacco perche’ non gli affibbia un nome, e’ un generico maschio malato, uno stereotipo.

Interessante il “montaggio” del romanzo, che riproduce il montaggio dei film. Montare film e’ il lavoro del protagonista che ne spiega alcune tecniche nel corso del romanzo, impiegate poi nella scrittura stessa. E’ un gioco di rimandi molto interessante. Ad esempio, non sfugge la scena della morte della madre di Teresa. La voce narrante all'inizio del libro dice che la suocera - anch'ella in gioventu' preda del maschio - non potra' prendersi il ruolo di protagonista con la sua malattia, la sua follia, le sue lamentele, il suo continuo attirare l'attenzione su di se'. Eppure, sul letto di morte, e' lei ad essere protagonista, a lei a chiudere la storia, e' lei a tenere in scacco il maschio.

Al di la' dell'esagerazione comportamente e lessicale, non manca un pizzico di tenerezza. Alcuni passi in cui e’ coinvolta la figlia stringono il cuore, lasciano disarmati. E sono gli unici in cui sotto il maschio si scorge un barlume di normalita’, di un istinto finalmente diverso da quello suo, dominante, sessuale: l’istinto paterno.

Voto: 8